Tensione al confine libanese con Hezbollah, Israele ordina l'evacuazione nel raggio di 2 km

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Di Michela Morsa
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La milizia sciita ha iniziato a distruggere le telecamere di sorveglianza posizionate alla frontiera dall'esercito israeliano

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Resta alta la tensione tra Israele e Libano dopo il fuoco transfrontaliero tra l'esercito israeliano e la milizia sciita libanese Hezbollah di domenica. 

Lunedì l'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione dei 28 centri abitati nel raggio di 2 chilometri dal confine con il Libano, mentre il gruppo paramilitare avrebbe iniziato a distruggere le telecamere di sorveglianza posizionate dall'Idf lungo la frontiera, probabilmente per impedire il monitoraggio dei movimenti sul lato libanese. 

È stata la stessa Hezbollah a pubblicare un video che mostra i suoi cecchini che sparano e distruggono le telecamere di sorveglianza posizionate su cinque punti lungo il confine tra Libano e Israele, tra cui una appena fuori dalla città israeliana di Metula.

Per tutta la giornata di domenica si sono susseguiti lanci di razzi e missili da una parte all'altra della frontiera. I combattenti di Hezbollah hanno lanciato diversi attacchi (20 secondo la milizia, nove secondo Tel Aviv, di cui cinque intecettati) contro le postazioni dell'esercito israeliano al confine, uccidendo un soldato e ferendone altri quattro

Un razzo ha tra l'altro colpito - anche se per un errore di traiettoria - il quartiere generale del contingente Unifil (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni unite) nel sud del Paese, senza tuttavia fare vittime né feriti.

Le forze di difesa israeliane hanno risposto con raid e artiglieria, uccidendo tre membri di Hezbollah. L'Idf dichiarato di aver preso di mira le posizioni da cui era arrivato il fuoco e ha anche diffuso un video che mostra un attacco aereo su un edificio in Libano, identificato come un punto di lancio per i proiettili balistici del gruppo paramilitare. 

Hezbollah ha affermato che l’incremento degli attacchi è un avvertimento e non significa che abbia deciso di unirsi alla guerra tra Israele e Hamas. Anche Tel Aviv ha scongiurato l'apertura di un nuovo fronte al nord: "Non vogliamo un'escalation della situazione - ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant -, ma se Hezbollah sceglie la via della guerra, pagherà un pesante prezzo".

Più dura la dichiarazione del portavoce dell’esercito israeliano: "Se Hezbollah compirà un errore per metterci alla prova, la nostra reazione sarà micidiale", ha detto lunedì Daniel Hagari. "Gli Hezbollah – ha aggiunto – operano dietro istruzione e con il sostegno dell’Iran, mettendo così in pericolo il Libano". 

La ministra degli Esteri francese Catherine Colonna è arrivata a Beirut dove incontrerà i funzionari locali per discutere delle tensioni al confine.Il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, ha affermato che il governo si sta adoperando per allentare le tensioni ed evitare di trascinare il Paese in una nuova guerra.

Lunedì l'Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato di aver inviato due spedizioni di forniture mediche a Beirut in preparazione a una potenziale escalation.

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