Sabato di tensione in Francia, dopo l'attacco di Arras in cui è stato ucciso un insegnante. Evacuati il Museo del Louvre, la stazione parigina di Gare de Lyon e il Palazzo di Versailles. Livello massimo di "emergenza attentati"
Dopo l'attacco alla scuola "Gambetta-Carnot" di Arras, in cui un russo-ceceno ha accoltellato a morte un insegnante, la Francia vive sotto un “emergenza attentati”, il più alto livello di allerta del Paese, che consente una mobilitazione eccezionale di risorse in un arco di tempo limitato.
7.000 soldati sono schierati in tutta la Francia "fino a nuovo ordine".
Sabato, il Museo del Louvre, il Palazzo di Versailles e la stazione parigina di Gare de Lyon sono stati evacuati in seguito allo stato di allerta. Nei tre luoghi sono così risuonate le sireme d'allarme, scatenando un fuggi-fuggi generale.
Le autorità ritenevano che la sicurezza degli edifici fosse stata compromessa.
In particolare, al Louvre era giunta una minaccia di attentato, mentre a Versailles era stata segnalata una bomba.
Una bottiglia sospetta, infine, ha fatto evacuare la stazione Gare de Lyon.
In nessuno dei tre luoghi è avvenuto nulla, fortunatamente, e nessuna bomba è stata rinvenuta.
Il Louvre e Versailles riapriranno regolamente domenica 15 ottobre.
Le forze dell'ordine sono state impegnate anche per il controllo della manifestazione filo-palestinese, che si è tenuta proprio sabato a Parigi.
Crocevia Cipro
Sempre in “massima allerta”, vista la vicinanza geografica con il Medio Oriente, Cipro continua ad accogliere centinaia di persone che lasciano Israele a bordo di imbarcazioni o aerei militari.
Si prevede che più di 2.000 persone arriveranno sull'isola questa domenica.
Diversi Paesi europei hanno chiesto a Nicosia supporto logistico per il breve soggiorno dei loro cittadini a Cipro, prima del ritorno in patria.
Italia: obiettivi sensibili sotto controllo
In Italia è già scattato - subito dopo i fatti del 7 ottobre - il rafforzamento degli obiettivi sensibili per il “rischio emulazione”, come sottolineato anche dalla premier Giorgia Meloni durante la visita dei giorni scorsi alla Sinagoga di Roma.
Solo nella Capitale i presidi monitorati sono oltre 4.000.