Ministri degli Esteri dell'Ue a Kiev. Colonna: "Mosca non conti sulla nostra stanchezza"

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Di Michela Morsa
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L'Unione ha proposto un ulteriore pacchetto di aiuti da 5 miliardi e la ministra tedesca Baerbock ha chiesto un "piano di protezione invernale", per consentire a Kiev di far fronte al bombardamento delle sue infrastrutture energetiche

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È stato un "incontro storico", un "gesto diplomatico eccezionale" quello dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, che lunedì si sono riuniti a Kiev per tracciare le linee di un "sostegno risoluto e duraturo" all'Ucraina "finché non prevarrà" su Mosca. Ma anche per dimostrare che "l'Ucraina fa parte della famiglia europea" e che la Russia "non deve contare sulla nostra stanchezza", ha dichiarato la ministra francese Catherine Colonna

Proprio poche ore prima dei colloqui, il Cremlino aveva ribadito la sua convinzione che in diversi Paesi sarebbe aumentata la "stanchezza per il sostegno completamente assurdo al regime di Kiev". "La più grande speranza di Vladimir Putin è proprio che l'Occidente e il mondo si stanchino di stare dalla parte dell'Ucraina in questa guerra. La Russia sta dedicando un'enorme quantità di risorse a questo scopo", ha assicurato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba

Anche l'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione europea Josep Borrell, ha accolto con favore lo "storico incontro" - il primo fuori dai confini del blocco - in un "Paese candidato e futuro membro". Borrell ha chiarito tuttavia che si è trattato di un incontro "informale, che non è destinato a portare a conclusioni o decisioni concrete". 

È stata proposta però una una copertura di altri 5 miliardi per la difesa all'Ucraina e la ministra tedesca Annalena Baerbock ha chiesto l'attuazione di un "piano di protezione invernale", per consentire a Kiev di far fronte al bombardamento delle sue infrastrutture energetiche, come lo scorso anno. 

La Russia non deve contare sulla stanchezza dell'Unione europea
Catherine Colonna
ministra degli Esteri francese

Integrazione

Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando davanti ai 24 ministri - quelli di Polonia, Ungheria e Lettonia erano assenti - ha ribadito che la vittoria dell'Ucraina "dipende direttamente" dalla cooperazione tra Kiev e i suoi alleati occidentali

"Sono sicuro che l'Ucraina e l'intero mondo libero sono in grado di vincere questo confronto" con la Russia, ha dichiarato, invitando gli europei a imporre nuove sanzioni all'Iran, che fornisce droni a Mosca, e ad autorizzare il trasferimento dei beni russi congelati per finanziare la ricostruzione.

Nel suo quotidiano discorso serale, poi, Zelensky ha affermato che l'Unione deve essere pronta ad accettare i colloqui di adesione al blocco dell'Ucraina. "Il nostro principale obiettivo nell'ottica dell'integrazione è quello di avviare i negoziati di adesione entro quest'anno e oggi, durante i colloqui, ho sentito ancora una volta che è assolutamente possibile", ha detto il presidente. 

"L'Ucraina - ha aggiunto - adempirà sicuramente alla sua parte di lavoro, le sette raccomandazioni della Commissione europea, ed è molto importante che da parte dell'Unione Europea, di tutti i suoi Stati membri, ci sia un'analoga disponibilità per una decisione politica, per l'avvio dei negoziati".

Kiev ha ottenuto lo status di candidata all'adesione all'Unione nel giugno 2022, ma per compiere il passo successivo deve ancora fare progressi, soprattutto nella lotta alla corruzione.

Stanchezza?

L'alleanza occidentale a sostegno dell'Ucraina qualche crepa l'ha effettivamente mostrata. A far emergere timori sulla compattezza del blocco sono stati negli ultimi giorni la vittoria del candidato filorusso Robert Fico in Slovacchia e l'accordo al Congresso degli Stati Uniti che ha escluso gli aiuti di guerra dal bilancio.

Il partito social-populista di Fico, Smer-Sd, si oppone alla prosecuzione degli aiuti militari comunitari all'Ucraina: una posizione che preoccupa Bruxelles, dal momento che per decisioni simili è necessaria l'unanimità del blocco. Lunedì Kiev ha dichiarato con sobrietà di "rispettare la scelta del popolo slovacco" e che è troppo presto per prevederne le conseguenze. 

A Washington, invece, il successivo pacchetto di aiuti all'Ucraina previsto dal presidente Joe Biden è rimasto fuori dal bilancio per permettere che si raggiungesse un accordo di emergenza e si evitasse la paralisi dell'amministrazione federale.

Biden ha però promesso che gli Stati Uniti "non abbandoneranno" l'Ucraina e Kiev ha annunciato che sta "lavorando" per garantire che questa situazione "non impedisca il flusso di aiuti". 

A questo si aggiungono le tensioni sul grano con la Polonia, grande assente ai colloqui insieme all'Ungheria e la Lettonia. Secondo un funzionario del governo ucraino, i diplomatici polacchi e lettoni "erano malati". 

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