Vaticano, al via un Sinodo dei vescovi storico: per la prima volta diritto di voto a donne e laici

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Di Michela Morsa
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Il Papa ha scelto 70 "non vescovi" che, oltre a partecipare al dibattito, potranno votare il documento finale. Di loro, 54 sono donne

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Una rivoluzione silenziosa decisa da Papa Francesco. Il Sinodo dei vescovi, l'assemblea deliberativa della Chiesa cattolica che inizia questo mercoledì in Vaticano, rompe gli schemi della tradizione e dà voce e voto alle donne, storicamente relegate in secondo piano. 

Più in generale, per la prima volta voteranno i rappresentanti laici di diversi settori della società, tra cui un gesuita vicino alla comunità Lgbt+ e un attivista di un Ong che soccorre i migranti nel Mar Mediterraneo. 

Ad avere diritto di voto sul documento finale saranno 70 "non vescovi" scelti direttamente dal Papa, di cui 54 donne, laiche e non. È stato il Pontefice a chiedere che almeno il 50 per cento fosse di genere femminile. A partecipare al dibattito saranno però in 85: le loro richieste arrivano da ogni angolo del pianeta, e le fedeli aspettano molto da questo appuntamento storico. 

La ratifica del documento finale era stata finora riservata solo ai prelati e si dice che alcuni di loro non abbiano accolto favorevolmente questa apertura. 

Da alcuni anni molte cattoliche, anche riunite in organizzazioni, chiedono che le donne abbiano maggiore potere e rappresentanza nelle gerarchie ecclesiastiche: nel 2018 decine di persone manifestarono davanti al Vaticano proprio in occasione dell’ultima assemblea generale del Sinodo dei vescovi, chiedendo che anche le donne potessero partecipare. 

Papa Francesco ha espresso spesso la volontà di avere una maggiore presenza di donne nella Chiesa, e da quando è in carica ha preso diverse decisioni in questo senso: per esempio autorizzando le donne a leggere la Bibbia e svolgere servizio all’altare durante le messe, o nominando due donne al dicastero per i vescovi.

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