Barcellona, almeno 100mila catalani in piazza per chiedere l'indipendenza

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Di Michela Morsa
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La manifestazione dell'11 settembre in occasione della Giornata nazionale catalana arriva in un momento decisivo per la politica spagnola, in un limbo che può essere sciolto solo dai partiti indipendentisti

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Decine di migliaia di catalani hanno marciato a Barcellona per celebrare "La Diada", nota anche come la Giornata nazionale catalana. Sono circa 115mila - secondo la polizia, 800mila secondo gli indipendentisti - i cittadini scesi in strada per chiedere l'indipendenza della Catalogna, sei anni dopo il fallito tentativo di staccarsi dalla Spagna. 

La manifestazione dell'11 settembre è l'appuntamento più importante per il movimento separatista della ricca regione nordorientale. Quest'anno arriva in un momento di limbo politico per il Paese in cui proprio i partiti separatisti catalani hanno un ruolo cruciale.  

Dopo un'elezione nazionale inconcludente, in cui nessuno degli schieramenti ha ottenuto la maggioranza, a spostare l'ago della bilancia sono solo i seggi detenuti dagli indipendentisti. Il loro appoggio a l'una o l'altra coalizione - quella dei conservatori del Partito popolare da un lato, quella del Partito socialista del primo ministro Pedro Sanchéz dall'altro - potrebbe decretare chi guiderà il prossimo governo spagnolo. 

Il prossimo 28 settembre potrebbe essere il giorno X. Il leader del Partito popolare Alberto Núñez Feijóo si candiderà in Parlamento a prestare giuramento come presidente del governo. Ma il conservatore, a capo della forza più votata alle elezioni del 23 luglio scorso, ha anticipato che non negozierà con formazioni come JxCat, dell'ex presidente catalano Carles Puigdemont, latitante dalla giustizia spagnola dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 2017.

Anche se ancora una volta sono divise su come raggiungere questo obiettivo, formazioni come JxCat e Esquerra Republicana de Cataluña (ERC), che governa la regione, coincidono nel chiedere un'amnistia per coloro che sono stati perseguiti per la dichiarazione unilaterale e un referendum sull'indipendenza in cambio del loro appoggio al prossimo governo. 

Se Núñez Feijóo fallisse nel suo tentativo di diventare presidente, dal momento che non ha i seggi necessari ma sostiene che lo Stato spagnolo non dovrebbe cedere a questa "sfida separatista", permetterebbe al presidente ad interim, il socialista Pedro Sánchez, di presentarsi per l'investitura.

"La Catalogna ha aperto un nuovo percorso di progresso, comprensione e convivenza. È tempo di guardare al futuro e continuare ad andare avanti", ha scritto Sánchez sui social media.

Il Psoe ha comunque sottolineato che ci sono "limiti" alle richieste avanzate, ma le forze catalane pro-indipendenza hanno avvertito che non lo sosterranno se non soddisferà i punti sull'amnistia e il referendum.

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