Da Ulaanbaatar il Pontefice ha affermato che la Chiesa non ha un'agenda politica e i governi non devono temere la sua opera evangelizzatrice. Un messaggio che è sembrato rivolto a Pechino. Bergolio ha lodato la saggezza dei popoli nomasi e il loro rispetto per il Pianeta
Continua la visita di Papa Francesco in Mongolia. Nel corso della seconda giornata del suo 43esimo viaggio apostolico Bergoglio ha visitato la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Ulaanbaatar, dove rivolgendosi al clero mongolo ha spiegato che i governi non hanno "nulla da temere" dall'opera di evangelizzazione della Chiesa cattolica. Un messaggio che è sembrato diretto al vicino cinese.
Il Vaticano non ha relazioni diplomatiche con Pechino e secondo molti la visita di Bergoglio alla ristretta comunità cattolica mongola (conta poco più di 1.400 fedeli), ha tra i suoi obiettivi quello di migliorare i rapporti con la Repubblica popolare.
Sorvolando lo spazio aereo del Paese lo scorso venerdì il Pontefice aveva inviato un telegramma al presidente XiJinping: “Invio auguri di buoni auspici a Sua Eccellenza e al popolo cinese mentre attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso la Mongolia. Assicurandovi la mia preghiera per il benessere della Nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine dell’unità e della pace”.
“La Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare la fiducia reciproca”, aveva risposto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Pechino “promuoverà il processo di miglioramento delle relazioni tra i due Paesi”.
Laudata la saggezza indigena
Riferendosi all'antica tradizione nomade del Paese, simboleggiata dalla yurta - la tradizionali tenda rotonda mongola - Papa Francesco ha osservato che la "saggezza indigena" dei popoli mongoli, maturata nel corso di generazioni da pastori e piantatori, potrebbe aiutarci ad "apprezzare e coltivare con cura" quella che i cristiani considerano la creazione di Dio, e a "combattere gli effetti della distruzione umana attraverso una cultura di cura e lungimiranza che si rifletta in politiche ecologiche responsabili".
Il Papa ha aggiunto che la visione olistica della tradizione sciamanica mongola, unita al rispetto per tutti gli esseri viventi ereditato dal buddismo, può contribuire in modo significativo agli sforzi urgenti per la protezione e la conservazione del pianeta.
Il Papa è arrivato in Mongolia venerdì, la sua visita durerà fino al 4 settembre.