Rientrando dalla Mongolia il Papa ha lasciato intendere che i suoi lunghi viaggi all’estero potrebbero volgere al termine
Franceso 86 anni, ha appena completato il suo 43esimo viaggio apostolico di quattro giorni nella lontana Mongolia. All'arrivo, dopo il lungo volo notturno, si è riposato per un giorno intero ma durante il volo di ritorno il Pontefice, pur essendo di buon umore parlando con i giornalisti, ha ammesso che il viaggio aveva avuto il suo prezzo.
"Non è più facile viaggiare"
"Vi dico la verità, per me fare un viaggio adesso non è facile come all'inizio, ci sono delle limitazioni, nel camminare. Vedremo." Non è chiaro se riappaiano le ombre di un Pontefice che voglia anche lui andare in pensione. Certo da più di un anno Francesco è costretto su una sedia a rotelle a causa di problemi al ginocchio. Ha in programma una visita a Marsiglia in Francia il 22-23 settembre, ma non si parla di altri viaggi importanti. Francesco ha detto solo: "poi c'è qualcuno in un Paese piccolo dell'Europa, che attende".
Il ritorno dal Pese delle steppe
Di sicuro con la visita nel Paese della steppa ha lanciato un potente messaggio rivolto a tutto il mondo su chi è grande e chi è piccolo nel prendersi cura dell’altro. Lo ha fatto compiendo un gesto che resterà nella vita quotidiana della piccola Chiesa mongola anche dopo queste storiche giornate: l’inaugurazione della Casa della misericordia per l'accoglienza per gli “scartati” della società: senzatetto (in un Paese dalle temperature invernali gelide), poveri, compresi donne e bambini ed anche qui i migranti, eredi di un popolo nomade.