L'oppositrice, in esilio dal 2020, ha commentato l'escalation al confine tra Bielorussia, Polonia e Lituania dal convegno "Nuova Bielorussia" a Varsavia, dove si è riunita la diaspora bielorussa
Il regime di Lukashenko sta cercando di provocare i suoi vicini e di capire qual è la loro "linea rossa". Lo ha detto alla conferenza per la "Nuova Bielorussia" a Varsavia Sviatlana Tsikhanouskaya, la leader dell'opposizione bielorussa in esilio dal 2020, in riferimento alla recente escalation militare al confine tra Polonia, Lituania e Bielorussia.
Varsavia e Vilnius, nell'incontro di giovedì per coordinare una "risposta appropriata" ai gesti provocatori di Russia e Bielorussia, hanno aumentato notevolmente le misure di sicurezza al confine dopo che Minsk ha potenziato la militarizzazione della frontiera. Secondo la Polonia, diverse unità di elicotteri da combattimento bielorussi sono stati trasferiti al confine, dove sarebbero stanziati anche i mercenari russi del gruppo Wagner.
“Russia e Bielorussia stanno aumentando la pressione sui confini, aumentando il numero delle loro provocazioni. Il loro scopo è destabilizzare, seminare caos e incertezza, sperando di mostrare la debolezza del fianco orientale della Nato e di tutti i nostri partner", ha detto giovedì il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.
L'opposizione in esilio
Il convegno, organizzato in occasione del terzo anniversario delle contestate elezioni presidenziali che hanno portato alla rielezione di Aleksandr Lukashenko, ha riunito i membri del gabinetto unito di transizione - l'organo di coordinamento politico dell'opposizione bielorussa, una sorta di governo in esilio - e i rappresentanti di più di 250 Ong, partiti politici e organizzazioni della diaspora bielorussa.
Istituito da Sviatlana Tsikhanouskaya nell'agosto del 2022, durante lo scorso raduno annuale tenutosi invece in Lituania, il governo autodichiarato in esilio, ha aperto più di 20 ambasciate e centri di informazione alternativi all'estero.
La leader, 40 anni, ha esortato le forze di opposizione a unirsi e pianificare una strategia per sostenere la creazione di un movimento "Nuova Bielorussia" che possa anche ottenere un riconoscimento internazionale attraverso l'emissione di passaporti alternativi.
"Purtroppo, gli ultimi tre anni ci hanno insegnato a prepararci sempre al peggio. Siamo abituati al fatto che il desiderio più forte non è sufficiente per cambiare un sistema marcio", ha dichiarato Tsikhanouskaya.
Il regime di Lukashenko
Alexandr Lukashenko, soprannominato anche ultimo dittatore d'Europa, governa la Bielorussia con un pugno di ferro dal 1994. Le elezioni del 2020, ufficialmente vinte dal presidente in maniera schiacciante, hanno generato massicce proteste da parte dell'opposizione e della popolazione, che accusavano il regime di aver truccato i risultati.
Le manifestazioni sono durate diversi mesi prima di essere soffocate con violenza dalle forze di sicurezza, innescando un esodo di massa dei bielorussi contrari al regime.
A guidare l'opposizione era stata proprio Sviatlana Tsikhanouskaya, che si era candidata contro il presidente uscente dopo che al marito, Syarhei Tsikhanouski, era stato impedito di partecipare alle elezioni. Syarhei Tsikhanouski è detenuto in Bielorussia dal 2020.