"Già venti giornalisti, nel giro di alcuni anni, sono dovuti scappare dal Guatemala": lo dice l'associazione dei reporter del Paese centro-americano. Nel 2022, arrestato anche l'ex presidente Perez. Il 25 giugno si vota per le presidenziali: vincerà ancora Giammattei?
Sentenza "politica" contro un giornalista anti-establishment.
In Guatemala, condannato a 6 anni di carcere José Rubén Zamora, 66 anni, giornalista famoso per le sue critiche al presidente Alejandro Giammattei.
La Corte di Città del Guatemala lo ha condannato per uno solo dei tre reati di cui era accusato: un tentativo di riciclaggio di circa 38.000 dollari.
Era accusato anche ricatto e "influenza giornalistica".
Le sue spiegazioni - la necessità di quei soldi, provenienti dalla vendita di un'opera d'arte, per salvare il suo giornale "El Periodico" in difficoltà economiche - non ha convinto la corte.
Zamora, il cui giornale ha più volte parlato di corruzione del governo, è stato condannato proprio a dieci giorni delle elezioni presidenziali in Guatemala, in programma il 25 giugno.
Durante questo iter processuale, molti degli avvocati difensori di Zamora sono stati a loro volta arrestati.
Dopo l'udienza, Rafael Curruchiche, il procuratore speciale che ha presentato le accuse contro Zamora, era visibilmente deluso dalla sentenza e ha alzato la voce, insistendo sul fatto che i pubblici ministeri avrebbero probabilmente impugnato la sentenza e chiesto la condanna di Zamora a 40 anni, come avevano richiesto.
Con Zamora sotto processo, "El Periodico" è stato costretto a interrompere la pubblicazione dell'edizione cartacea il 30 novembre scorso, a causa delle sue difficoltà finanziarie.
Anche il sito Internet ha interrotto del tutto l'attività il 15 maggio.
Il mese scorso, l'Associazione guatemalteca dei giornalisti ha dichiarato che almeno 20 giornalisti sono stati costretti a fuggire dal Paese negli ultimi anni.
Dopo la sentenza su Zamora, il Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a New York, ha criticato pesantemente il governo del Guatemala per la condanna del giornalista.