Iran: condannati per blasfemia, impiccati due uomini

Condanne a morte in Iran
Condanne a morte in Iran Diritti d'autore AP
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Di Euronews
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I due giustiziati, Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad, erano accusati di blasfemia, ovvero di aver “insultato il profeta Maometto” e "bruciato il Corano"

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L'Iran ha condannato a morte per impiccagione due uomini ritenuti colpevoli di avere insultato l'Islam.
A renderlo noto è stata la magistratura iraniana, tramite il sito Mizan on-line. I due, Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad, erano accusati di blasfemia, ovvero di aver “insultato il profeta Maometto” e "bruciato il Corano".

L'Iran si conferma uno degli stati al mondo che fa maggiore ricorso alla pena capitale: secondo il gruppo Iran Human Rights, con sede a Oslo, solo dall'inizio dell'anno nel Paese sono state condannate a morte 203 persone. Ma le esecuzioni per blasfemia restano rare, dato che i casi precedenti hanno visto la riduzione della pena da parte delle autorità. 

580 persone sono state giustiziate soltanto nel 2022

Mahmood Amiry-Moghaddam, a capo di Iran Human Rights, ha dichiarato che le esecuzioni hanno messo in luce la "natura medievale" della teocrazia iraniana. I due uomini giustiziati, che erano stati arrestati nel maggio del 2020, sono morti nella prigione di Arak, nell'Iran centrale. Uno degli accusati avrebbe confessato di aver pubblicato un contenuto su un social media in cui ammetteva di aver proferito gli insulti.

I gruppi di difesa dei diritti umani in Iran non credono però alle confessioni, definite "forzate", dei prigionieri. Un rapporto congiunto delle Ong Iran Human Rights (IHR) e Together Against the Death Penalty fotografa un aumento delle condanne a morte: oltre 580 persone sono state giustiziate lo scorso anno, il numero più alto di esecuzioni nel Paese dal 2015, e al di sopra delle 333 condanne del 2021.

"Il regime in Iran non ha più futuro. Anche loro ne sono coscienti"

Nel frattempo nel Paese non si arrestano le proteste, nonostante la feroce repressione da parte delle autorità. Secondo gli esperti è ormai questione di tempo: benché i manifestanti siano stati costretti a riorganizzarsi, presto ci saranno nuovi cortei. 

Secondo Mahmood Amiry-Moghaddam, attivista per i diritti umani in Iran, "il conto alla rovescia per il regime è cominciato nel giorno in cui è morta Masha Amini. Ora c'è soltanto da chiedersi per quanto tempo riusciranno ancora a resistere, ma chi è al potere oggi a Teheran non ha più futuro. Penso che anche loro ne siano coscienti, e penso che lo sappia anche il resto del mondo".

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