Per la prima volta dal dopoguerra nei Balcani, quattro comuni a maggioranza serba saranno guidati dalla comunità albanese. È il risultato delle elezioni che si sono svolte domenica 23 aprile, boicottate dai partiti e dai cittadini serbi, con il sostegno del governo di Belgrado e del presidente Vučić
Per la prima volta dal dopoguerra dei Balcani, i quattro municipi settentrionali del Kosovo (Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore nord di Kosovka Mitrovica), abitati in maggioranza da serbi, saranno guidati da sindaci della comunità albanese, che in queste zone è una minoranza.
È il risultato delle elezioni che si sono svolte domenica 23 aprile, boicottate dai partiti (in particolare Srpska Lista, il più forte partito filo-serbo) e dai cittadini serbi, con il sostegno del governo di Belgrado e del presidente serbo Aleksandar Vučić.
"Elezioni inutili: rischio di nuove tensioni"
Ma cosa hanno prodotto realmente questi voti, che sono stati il risultato delle dimissioni dei serbi dalle istituzioni del Kosovo?
Secondo il giornalista Xhemajl Rexha, queste processo elettorale non ha portato nulla, se non ad aumentare le tensioni tra serbi e albanesi.
“Penso che non ci siano vincitori nelle elezioni di questo fine settimana nel nord del Kosovo. È ovvio che i serbi locali obbediscono sempre a ciò che Belgrado dice loro di fare e questo è stato il caso, con un'affluenza alle urne molto deludente. Dovrebbe anche essere un avvertimento per il governo centrale di Pristina: non possono davvero pensare di imporre sindaci albanesi ad una popolazione composta per oltre il 95% da serbi”.
Il timore è di peggiorare le cose e acuire le tensioni in Kosovo.
"Penso che questo risultato elettorale e il relativo boicottaggio serbo serviranno anche come nuovo argomento nelle discussioni in corso a Bruxelles tra i leader del Kosovo e della Serbia. Quando si incontreranno il mese prossimo a Bruxelles, probabilmente cercheranno di raggiungere una soluzione politica, ma questo non è un bene per il Kosovo, in quanto rivolgerebbe l'attenzione alle crisi locali nel nord del Paese e non al quadro più ampio, che riguarda l'attuazione degli accordi di Bruxelles e di Ohrid (Ocrida, in italiano: ndr), che sottolineano che la Serbia dovrà riconoscerà il diritto all'esistenza del Kosovo”.
Kurti: "Lavorare per tutti, per entrambe le comunità"
Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, si è subito congratulato con i vincitori delle elezioni, i nuovi sindaci dei "comuni contesi", e ha chiesto loro di lavorare per tutti i cittadini, di entrambe le comunità.