Turchia e Siria: 41 mila morti registrati a una settimana dal sisma

Il terremoto in Turchia e Siria una settimana dopo
Il terremoto in Turchia e Siria una settimana dopo Diritti d'autore OZAN KOSE/AFP or licensors
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Di Euronews
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I soccorsi continuano a salvare persone ancora in vita intrappolate sotto le materie anche dopo 200 ore dal terremoto. Si rischia però una catastrofe umanitaria

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A una settimana dal terremoto che ha colpito 20 milioni di persone nella regione a confine tra Turchia e Siria il bilancio delle vittime ha superato i 41 mila morti. La macchina dei soccorsi procede senza sosta, non c'è giorno che passa senza altre persone che vengano estratte vive dalle macerie.

Le imprese eccezionali dei soccorritori non mancano neanche dopo sette giorni dalla catastrofe. Un dodicenne è stato salvato nella città di Antakya dopo essere stato sepolto dai blocchi dell'edificio che gli è crollato addosso dopo 182 ore dal terremoto. Estratte vive nella stessa città anche una bambina di sei anni e una settantenne dopo 177 ore dal sisma. 

"Siamo musulmani - afferma un soccorritore -, non perdiamo mai la nostra speranza e non smettiamo mai di fidarci di Dio, continuiamo a trovare sopravvissuti anche dopo molto, molto tempo".

Per i vigili del fuoco è l’ennesima notte consecutiva di lavoro. Non si fermano, rincorrono la speranza di trovare anche altre persone vive. Un rapporto della Turkish Enterpriseand Business Confederation (Turkonfed), l'associazione di categoria delle imprese turche, stima che il terremoto avrà un impatto di quasi 84 miliardi di dollari sull'economia del Paese (circa il 10% del Pil), prevedendo che il bilancio delle vittime supererà le 72 mila persone.

L'agenzia di stato Anadolu intanto ha reso noto che sono state aperte 232 inchieste per furto, saccheggio e frode nelle aree devastate dal sisma. Sono almeno 97 gli arresti degli "sciacalli" che hanno cercato di approfittare della situazione di emergenza per impossessarsi di beni privati nelle case distrutte dal sisma. Da più parti si chiede anche lo slittamento delle elezioni presidenziali previste a maggio. I tempi consentiti dalla Costituzione permetterebbero di rinviare il voto a giugno.

L'Onu interviene per la Siria

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a porte chiuse alle 15 ora locale di lunedì (le 21 italiane), per discutere della situazione umanitaria in Siria dopo il terremoto. Resta complicata la situazione ai valichi di frontiera sul confine tra Turchia e Siria, precedentemente bloccati per ragioni politiche e di gestione dei flussi migratori. La loro apertura prima del terremoto avveniva solo a fini umanitari, ma dopo il sisma i punti alla frontiera sono stati nuovamente sbarrati per tre giorni.

Durante l'incontro chiesto da Svizzera e Brasile, il capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths, che questo fine settimana si è recato sul campo in Turchia e in Siria, presenterà una valutazione della situazione ai membri del Consiglio. Lui stesso ha dichiarato come nel Nord-Est della Siria, che è in mano ai gruppi di ribelli che si oppongono al governo siriano di Bashar Assad, "le persone colpite dal terremoto si sentono abbandonate".

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