Proseguono le proteste dei manifestanti infuriati per la crisi economica nel Paese
In Sri Lanka i partiti di opposizione hanno concordato un nuovo governo di unità nazionale dopo l'assalto e l'occupazione delle residenze presidenziali e del Primo ministro da parte dei manifestanti infuriati per la crisi economica.
I leader delle formazioni politiche si sono incontrati per discutere di un'effettiva transizione del potere questa domenica, a seguito della promessa del presidente Gotabaya Rajapaksa di dimettersi il 13 luglio, come richiesto dai manifestanti che sabato hanno organizzato grandi manifestazioni di protesta in tutto il paese. Migliaia di cittadini affermano che rimarranno sul posto - alcuni godendosi le lussuose strutture - fino a quando non saranno ufficializzate le dimissioni del premier e del presidente.
"Negli ultimi sei mesi, le persone hanno lottato per tutto. La gente è in coda per il carburante, in coda per il gas. Ma ora la gente ha speranza", dice un manifestante.
Il Presidente è stato accusato della cattiva gestione economica dello Sri Lanka, che per mesi ha causato carenza di cibo, carburante e medicine. È stato riferito che il presidente Rajapaksa non è più nel paese, ma il presidente del parlamento ha affermato che tornerà mercoledì.
Le proteste di sabato sono le ultime di una lunga serie di manifestazioni contro il governo e contro il presidente che vanno avanti da aprile. Sotto accusa il governo, che secondo i cittadini, è corresponsabile della crisi economica, considerata la peggiore dal 1948, l’anno in cui lo Sri Lanka ottenne l’indipendenza dal Regno Unito.
Per cercare di placare le proteste a inizio maggio si era dimesso il primo ministro Mahinda Rajapaksa (fratello del presidente) e al suo posto era stato nominato Ranil Wickremesinghe. Sabato anche Wickremesinghe aveva annunciato le sue dimissioni.