Macron: "Per ora nessun governo di unità nazionale"

Il Presidente francese Emmanuel Macron
Il Presidente francese Emmanuel Macron Diritti d'autore Bob Edme/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Debora Gandini
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In un discorso al Paese, il capo dell'Eliseo ha chiesto responsabilità ai partiti politici per evitare la paralisi

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Una coalizione numerosa, ma non abbastanza numerosa per governare da sola. Dopo che il partito al governo ha perso la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale, il presidente francese Emmanuel Macron ha escluso la formazione di un esecutivo di unità nazionale e ha chiesto responsabilità ai partiti politici.

Il capo dell’Eliseo ha fatto sapere che si dovrà chiarire nei prossimi giorni quanta responsabilità e collaborazione sono disposte ad assumersi le diverse formazioni per votare alcune leggi, e per andare avanti.

In questo momento, ha spiegato Macron rivolgendosi al Paese per la prima volta dopo la sconfitta alle legislative di domenica, “dobbiamo tutti insieme imparare a governare e legiferare in modo diverso. Costruire compromessi nuovi nel dialogo, nell’ascolto, nel rispetto”.

“Ho fiducia nello spirito di responsabilità di tutti”, ha proseguito il presidente francese, facendo riferimento sia a un “patto di coalizione sia alla ricerca di maggioranze caso per caso”. Un “nuovo metodo”, una “nuova configurazione”, ha detto Macron, che bisognerà cominciare a “costruire”, già dal momento del suo ritorno dal vertice europeo di Bruxelles. Ora Macron cercherà di capire come si posizioneranno i diversi partiti per evitare la paralisi nel Paese a causa di un parlamento sempre più frammentato e polarizzato.

La batosta di Macron

La Francia si è riflessa nel secondo turno di elezioni legislative che hanno eletto i deputati dell'Assemblea Nazionale, da cui non è emersa una maggioranza. Uno scenario più simile a quello italiano che a uno francese e che adesso complica la strada per il presidente Emmanuel Macron. La sua coalizione, Ensemble! si è fermata a 245 seggi, ben lontana dai 289 necessari per la maggioranza assoluta.

Prima forza dell'opposizione è la coalizione di sinistra Nupes, con 131 deputati, seguito dal Rassemblement national che ha più che decuplicato i suoi seggi, arrivando a 89. I Repubblicani sono diventati la quarta forza nazionale con 61 eletti.

Sinistra divisa

Il leader del Nupes Jean-Luc Mélénchon non ha nascosto la sua delusione per il risultato

"Il Nupes dovrebbe costituirsi come gruppo unico in parlamento per evitare che ci siano dubbi su chi guida l'opposizione nel Paese". Un appello che raggiunge una Gauche già divisa sui prossimi passi.

Nel frattempo, tre ministri hanno perso il loro seggio e dovranno dimettersi. Fra quelli confermati il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin.

"L'importante in una democrazia è saper ascoltare i cittadini quando si esprimono. Ascoltarli con umiltà".

E secondo gli analisti, il messaggio uscito dalle urne è che nonostante la storica rielezione di Macron, il presidente non avrà le mani libere per affrontare questioni urgenti come **l'inflazione, le pensioni e l'immigrazione.

A sinistra, la mossa di Mélenchon mirava a strappare all'estrema destra lepenista le ambitissime presidenze di Commissioni dell'Assemblea Nazionale, in particolare quella della Finanze che viene assegnata per prassi al primo gruppo di opposizione. Che, in mancanza di unità della Nupes, diventa il Rassemblement National, che è ben davanti a La France Insoumise.

La destra ago della bilancia

"Non siamo qui per bloccare tutto, ma non siamo in vendita", ha riassunto uno dei dirigenti più influenti del partito, Xavier Bertrand. Il partito che ancora 10 anni fa esprimeva il presidente della Repubblica (Nicolas Sarkozy) è conscio della situazione e di essere l'ago della bilancia. E questo fin dal primo appuntamento in cui i melenchonisti già minacciano di far saltare tutto: il 5 luglio, quando la premier Borne si presenterà nell'emiciclo per chiedere la fiducia al suo governo.

I Républicains si sono immediatamente riuniti in un consiglio strategico. Il partito appare spaccato, incerta è la sorte di Christian Jacob, che continua a ripetere da ieri sera "noi siamo all'opposizione, all'opposizione del governo e di Emmanuel Macron, e resteremo ovviamente su questa linea"

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