Pandemia e diseguaglianze: sono i fattori che, secondo Oxfam, spingono altre 250 milioni di persone sotto la soglia di povertà
Immaginate un Paese indigente e grande quanto Germania, Francia, Regno Unito e Spagna messe assieme: 250 milioni di persone al di sotto del livello di povertà estrema.
È la proiezione, fosca, del rapporto pubblicato da Oxfam per l'anno in corso, che porterà a 860 milioni il numero di persone che vivono con meno di 1 dollaro e 90 centesimi al giorno entro la fine del 2022.
Secondo la federazione delle associazioni caritative, la congiuntura prodotta da pandemia, disuguaglianza e povertà ha accelerato il tracollo verso condizioni di vita estreme.
Per Oxfam la pandemia è la causa principale dell'aumento dell'indigenza.
Il suo effetto è stato esacerbato dalle disuguaglianze e dall'aumento dei prezzi degli alimenti, che sono saliti alle stelle dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Il confronto tra diversi Paesi rivela che negli Stati Uniti i meno abbienti spendono meno del 30% del loro reddito in cibo, in Perù è vicino al 60% e in Mozambico è più del 60%.
Secondo Oxfam, gli ultimi due anni hanno riportato indietro di decenni la lotta contro la povertà nel mondo e - dice il suo direttore esecutivo - ciò che è più "ripugnante è che trilioni di dollari sono stati incamerati da un piccolo gruppo di uomini potenti che non ha interesse a interrompere questa traiettoria".
I 10 super-paperoni detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, ovvero di 3,1 miliardi di persone.