Le esplosioni hanno fatto almeno 16 morti e 60 feriti; sarebbero salvi i ministri del nuovo gabinetto frutto degli accordi di pace di Riad. L'esecutivo riporta al potere ad Aden l'ex governo cacciato dai ribelli sciiti Houti (che ancora controllano Sana'a)
Esplosioni e l'aeroporto di Aden in Yemen in un attimo diventa come un campo di battaglia. A terra restano almeno 26 morti e una cinquantina di feriti per un attacco che nessuno ha ancora rivendicato ma che probabilmente era teso a eliminare il nuovo esecutivo yemenita atterrato proprio pochi minuti prima.
Il ministro yemenita della comunicazione, testimone oculare, ha raccontato di aver sentito due esplosioni e suggerito che si potesse trattare di droni. Era sul volo anche il primo ministro Maeen Abdulmalik Saeed, trasportato in tutta fretta con altri membri dell'esecutivo in centro città. I ministri stavano tornando ad Aden dopo aver prestato giuramento la scorsa settimana.
Il nuovo governo ha giurato appena una settimana fa e tornava ad Aden
Il nuovo governo, salutato con favore da Nazioni Unite e parte del mondo arabo come tappa nel processo di pacificazione dopo 5 anni di guerra civile, è frutto di un compromesso tra il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi, fuggito in esilio a Riad dopo la presa del potere da parte dei ribelli sciiti Houti, e i separatisti del sud sostenuti dagli Emirati (si tratta di un gruppo di milizie che cerca di instaurare uno Yemen del sud indipendente).
Al momento gli Houti controllano buona parte del settentrione yemenita e Sana'a, Aden è la capitale provvisoria del governo nonché la città dove Hadi si ritirò prima di fuggire in Arabia Saudita.
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths, ha condannato l'esplosione come un ``"atto di violenza inaccettabile".
Quello di Hadi è riconosciuto come il governo ed è sostenuto da una coalizione che comprende Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, l’Egitto, il Marocco, la Giordania. I ribelli sciiti Houthi sono sostenuti, invece, dall’Iran e dalle milizie libanesi filo-iraniane di Hezbollah.
Lo Yemen è devastato dalla guerra civile tra sunniti e sciiti
Lo Yemen è il Paese più povero del mondo arabo, è stato travolto dalla guerra civile nel 2015 quando, dopo la presa del potere a Sana'a da parte dei ribelli sciiti Houthi, nel Paese ha iniziato a combattersi una guerra per procura: sauditi e americani a guida della coalizione a sostegno del governo "espropriato" del potere, l'Iran a sostegno degli Houti.
La guerra ha ucciso più di 112.000 persone, comprese migliaia di civili. Il conflitto ha anche provocato la peggiore crisi umanitaria del mondo.