La crescente minaccia del terrorismo anche in pandemia e i tragici fatti delle ultime settimane in Francia spingono a rafforzare la collaborazione bilaterale fra Roma e Parigi
Navi e aerei italiani in acque internazionali davanti alla Tunisia per segnalare alle autorità del paese nordafricano le partenze dei barconi dei migranti: è il piano messo a punto dall'Italia per contrastare gli sbarchi, piano condiviso dalla ministra italiana dell'Interno Luciana Lamorgese con il collega francese Gerald Darmanin, suo ospite a Roma.
La collaborazione fra il Viminale e Parigi è consolidata e si allarga quindi al Mediterraneo con una specifica vocazione all'antiterrorismo. Tuttavia il problema viene affrontato per quello che è.
I controlli delle frontiere interne servono a poco per la lotta al terrorismo
"Degli ultimi 30 terroristi che hanno attaccato la Francia, 22 erano francesi e solo 8 stranieri. Non sono uno di quelli che pensano che controlli alle frontiere europee più rigorosi possano proteggerci dagli estremisti islamici": ha chiarito il ministro degli interni francese Gerald Darmanin in conferenza stampa congiunta a Roma.
Le brigate italo-francesi
Si sperimenterà intanto l'operatività di brigate miste formate da appartenenti alle polizie italiana e francese per controllare i confini tra i due paesi cosa che servirà a tenere aperte le frontiere comuni in piena sicurezza. "Non si chiudono le frontiere - ha aggiunto Darmanin - ma ci saranno queste brigate miste per rafforzare i controlli. La libera circolazione è garantita, la lotta è contro il terrorismo e l'immigrazione clandestina.