Acque bollenti nel Mediterraneo orientale

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Diritti d'autore AP/Turkish Defense Ministry
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Mentre il Consiglio europeo per gli Affari esteri affronta la crisi tra Grecia e Turchia, cresce la tensione al largo dei due paesi. Per gli analisti un nuovo incidente scatenerebbe un conflitto

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Restano bollenti le acque del Mediterraneo orientale, dove la tensione tra Grecia e Turchia rischia ad ogni istante di innescare una escalation militare. Con le marine dei due paesi impegnate a compiere esercitazioni, il turco Erdogan e il greco Mitsotakis si mostrano consapevoli che un nuovo incidente come quello di Castelrosso innescherebbe un conflitto.

"Non possiamo certo escludere la possibilità di una riacutizzazione, basterebbe un incidente. Penso però che la crisi con la Turchia nel Mediterraneo orientale faccia ritenere che il presidente Erdogan non voglia un confronto acceso con la Grecia, ma sia piuttosto interessato a gestire una tensione strategica controllata. E l'enfasi è messa sulla parola controllata", spiega Panagiotis Tsakonas, docente di Relazioni Internazionali, Università di Atene.

Lo scontro è sulla definizione delle aree marine di interesse esclusivo, dopo che la Turchia ha avviato esplorazioni alla ricerca di idrocarburi in aree rivendicate dalla Grecia, ma riporta in superficie un conflitto più antico.

Hamdi Firat Büyük, analista politico: "Per più di un decennio abbiamo assistito a una crisi latente e ora vediamo entrambi i paesi passare alle vie di fatto. L'accordo turco con la Libia per la spartizione del Mediterraneo orientale ha sollevato tensioni, e altre ne sono sorte per l'accordo tra Grecia ed Egitto, dunque vediamo bene come entrambi i paesi spingano per ottenere il massimo".

La crisi non ha finora registrato alcuna iniziativa strategica da parte dell'Unione europea, che pure tratterà il dossier da giovedi nel Consiglio per gli Affari esteri, che potrebbe imporre sanzioni alla Turchia.

"Eventuali sanzioni dell'UE contro Ankara invierebbero senza dubbio un messaggio forte alla parte turca. Però le vedo solo come parte di una strategia più globale che l'Unione europea deve sviluppare nei confronti della Turchia. Una strategia che definirei del bastone e della carota, una combinazione tra l'approccio tedesco di impegno nei confronti della Turchia e quello francese che tende a frenare l'avanzata turca", sostiene Panagiotis Tsakonas.

"Non sono affatto sicuro che si arrivi a una dichiarazione comune, come accadeva in passato. Turchia e Unione europea non hanno rapporti eccellenti, e penalizzare Ankara con sanzioni e dichiarazioni dure, non farà altro che peggiorare le relazioni", aggiunge Hamdi Firat Büyük.

Intanto, le flotte dei due paesi continuano a osservarsi a distanza, in un contesto che riunisce tutte le condizioni per lo scoppio di nuovi incidenti, potenzialmente perfino più gravi dei precedenti.

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