Mafia e spettacolo: folklore, investimenti e riciclaggio. Ma con le scommesse nello sport...

Mafia e spettacolo: folklore, investimenti e riciclaggio. Ma con le scommesse nello sport...
Diritti d'autore Il professor Ernesto Ugo Savona
Di Cristiano Tassinari
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Continua il nostro viaggio alla scoperta del rapporto tra criminalità organizzata e mondo dello spettacolo (e dello sport): intervista al prof. Ernesto Ugo Savona, Direttore di "Transcrime", che si occupa di infiltrazioni mafiose nell'economia legale.

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Tanti soldi e qualche inciampo nel rapporto tra mafia e mondo dello spettacolo.
Dopo l'arresto dell'imprenditore Giorgio De Stefano - titolare di diversi locali a Milano e figlio di Paolo De Stefano, boss di una cosca della ndrangheta calabrese, assassinato nel 1985 -, fidanzato con la cantante Silvia Provvedi ("Le Donatelle"), abbiamo deciso di indagare sui rapporti tra criminalità organizzata e show-business in Italia.

Dopo un'escursione nel mondo della "Mafia Entertainement" e della musica, neomelodica e rap, a "sfondo malavitoso", abbiamo dato la parola al professor Ernesto Ugo Savona, Direttore di Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario (dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia), che si occupa di infiltrazioni mafiose nell'economia legale.

"I rapporti tra criminalità e spettacolo sono sempre esistiti, dai tempi dei gangster fino a questo momento storico", spiega il prof. Savona.

Mafia e spettacolo: l'esibizionismo

Due mondi che si incontrano spesso e due modi diversi di relazionarsi tra mafiae spettacolo.
"Esiste un modo esibizionista e un mondo più concreto, legato ad investimenti e riciclaggio, attività tipicamente mafiose di infiltrazione nelle attività economiche legali", aggiunge il prof. Savona.

"La parte esibizionista è quella che attira di più il pubblico e quella invece che piace di meno alle mafie. Apparire, infatti, è esattamente il contrario di ciò che rappresenta la mafia, dove tutto è ben nascosto, segreto e protetto, soprattutto nelle cosche siciliane".

L'episodio dell'arresto, in questi giorni, di Giorgio De Stefano ha portato a galla un particolare interessante della vita sociale di un clan mafioso: uno dei "vecchi" del clan - intercettato - avrebbe infatti rimproverato al giovane De Stefano, fidanzato con la cantante Silvia Provvedi che lo ha da poco reso padre e finito sulle pagine di alcuni rotocalchi, una vita un po' troppo sotto i riflettori, consigliandogli perciò di non esporsi troppo e non ostentare oltremodo il suo stile di vita. Perchè "non è prudente".

"Credo, tuttavia, che questo modalità esibizionista delle mafie non sia un approcco sistemico, sono rapporti random, sporadici, frutto soprattutto di storie individuali", aggiunge il prof. Savona.
"Il caso dei neomelodici napoletani, poi, è un mondo a parte: le canzoni dei neomelodici, spesso con contenuti pro-mafiosi, sono di fatto la colonna sonora della popolarità dei boss mafiosi. È uno scambio praticamente alla pari: i cantanti cantano alle feste e ai matrimoni, lavorano e guadagnano, i boss possono fregiarsi dell'amicizia con un'icona, perchè i cantanti sono personaggi molto popolari".

Altre attività: sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga

"In questo contesto", riprende il Direttore di Transcrime, "la criminalità organizzata si occupa di quello che sa fare meglio in assoluto: gestire bar, ristoranti, locali, alberghi. Ci sono ristoranti di qualità, in cui si mangia bene e dove si possono incontrare persone danarose e importanti e il fatto di avere ospiti del jet-set - cantanti e attori, per esempio -, può essere un volano affinchè il locale diventi ulteriormente di moda e attiri ancor di più personaggi di alto livello, pronti a spendere soldi senza problemi.

"Non è raro che all'interno di questi locali si sviluppino poi altre attività illecite, come lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di droga, gestite da altri gruppi, naturalmente con il beneplacito del clan proprietario del locale"
prof. Ernesto Ugo Savona
Direttore "Transcrime"

Mafia e spettacolo: investimenti e riciclaggio

La parte legata agli investimenti delle organizzazioni malavitose e al riciclaggio di denaro "sporco", secondo il prof. Savona, è senz'altro più interessante da analizzare, ma anche molto più difficile da circoscrivere e da quantificare.
"Non esistono cifre ufficiali sull'incidenza della mafia nell'economia legale, ma per fare un calcolo basterebbe sommare tutti i beni sequestrati e confiscati nelle numerose operazioni anti-mafia degli ultimi anni. Sono tanti soldi!"

Un altro tipo di spettacolo: lo sport

Passando ad analizzare un altro tipo di spettacolo, lo sport, il prof. Savona ci tiene a specificare: "Meglio tener separati lo show-business dallo sport! È tutto molto più complicato. Con lo sport siamo a ben altri livelli, qui non si scherza più. Gli interessi economici sono elevatissimi, il business è evidente e accertato. Il rapporto tra la criminalità organizzata e le scommesse clandestine su piazze virtuali - Singapore è una delle più gettonate - è assolutamente molto meno folkloristico e molto più minaccioso: ci sono organizzazioni che fanno paura, che spaventano, che minacciano e che possono, ad esempio, corrompere il portiere di una squadra di calcio per truccare il risultato di una partita. O, ancora meglio, convincere un tennista a fargli perdere una partita di un torneo in cui è favorito. La mafia è pi`ù pericolosa", conclude il prof. Savona, "laddove il profumo dei soldi è più forte".

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