Bergamo, l'allarme: "Finiti i posti in terapia intensiva"

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Di Giorgia Orlandi
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La città italiana più colpita dal coronavirus è in affanno. La nostra intervista

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È Bergamo al momento la provincia italiana più colpita dal coronavirus. Qui ci sono il 27 percento dei morti di tutta la regione Lombardia. Pari a 50 persone al giorno secondo i dati dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo. Il sistema sanitario è al collasso. Alla fiera della città si sta istallando l'ospedale da campo degli alpini per far fronte all'emergenza.

Ne parliamo con il dott. Lorenzo D'Antiga, direttore dell'Unità Pediatrica e Centro Trapianti dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Potrebbe descriverci la situazione soprattutto della terapia intensiva?
Abbiamo saturato la disponibilità di posti letto.... Quindi abbiamo grossi problemi. Dobbiamo mandare i pazienti in altri ospedali, ma tutte le unità di terapia intensiva della regione sono piene. Quindi questo è un grosso, grosso problema. Tutti i posti sono occupati: 20 posti sono occupati da pazienti con altre patologie e 80 sono occupati da pazienti con il coronavirus, quindi non ci resta alcun posto letto.

Allora, cosa farete?

Intuberemo i pazienti da qualche parte in ospedale, nel pronto soccorso forse, o dovremo portare i pazienti in altri ospedali, ma lontano, perché gli ospedali vicini si trovano nella stessa situazione. Le persone che arrivano sono di più di quelle che escono. Abbiamo smobilitato il reparto di medicina interna, gastroenterologia e anche il reparto neurologico per fare spazio ai pazienti con coronavirus. Quindi la metà dell'ospedale si sta occupando di questi pazienti.

E dovrete decidere chi verrà intubato e chi no?
Finora i criteri sono gli stessi, i pazienti molto anziani con altre malattie gravi non sono intubati, per esempio. Ma se il numero aumenta, dovremo decidere. Perché, come dicevo, abbiamo in reparto 100 pazienti e non ci sono più posti letto, quindi se il numero di casi è in aumento, dovremo decidere di non intubare pazienti che sei mesi fa sarebbero stati intubati. La situazione è drammatica. Siamo molto giù di morale. Nessun parente può stare con i pazienti durante il ricovero. E alcuni purtroppo sono morti senza nessuno accanto. È vietato persino fare i funerali. Neanche l'estrema unzione può essere fatta correttamente.

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