Bufera Thomas Cook sugli albergatori greci, tunisini e ciprioti

Bufera Thomas Cook sugli albergatori greci, tunisini e ciprioti
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Di Giulia AvataneoSimona Zecchi
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Solo a Creta il tour operator britannico è in debito di 80 milioni con gli albergatori, che ora si chiedono se rivedranno mai i loro soldi e i turisti

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L'industria del turismo è in grande shock dopo l'avvenuta bancarotta dello storico tour operator Thomas Cook annunciata all'alba del 23 settembre La confederazione turistica ellenica afferma, a esempio, che le perdite economiche per le imprese del Paese potrebbero arrivare a 500 milioni di euro.

Gli hotel a Cipro hanno stimato le loro perdite a circa € 50 milioni in fatture non pagate (e sono circa 50.000 i turisti bloccati in Grecia come molti altri  bloccati negli aeroporti di diverse città del mondo, dopo che il loro volo è stato cancellato).

Solo a Creta, poi, Thomas Cook è in debito di 80 milioni con gli hotel dell'isola, che aspettavano 50mila arrivi fino a fine novembre. Le camere ora rimarranno vuote e gli albergatori - spesso piccoli imprenditori - perderanno metà stagione.

Guarda il servizio sulle testimonianze degli albergatori greci di Giulia Avataneo

"È davvero una notizia terribile. Thomas Cook era una grande compagnia che portava migliaia di turisti a Creta. Non avrà un impatto negativo solo sull'isola ma su tutta la Grecia", dice Manolis Paterakis, titolare di un negozio di souvenir. "È un problema per noi - aggiunge un altro esercente, Vassilis Girbatsiotis - aspettavamo ancora migliaia di persone che adesso non potranno arrivare".

In un Paese che si regge sul turismo, il crack del tour operator rischia di avere conseguenze gravi. L'anno scorso la società britannica ha portato tre milioni di persone in vacanza in Grecia, dove gestisce 40 hotel e 1000 dipendenti.

Per molte isole, come quella di Creta, il vuoto lasciato dalla Thomas Cook sarà difficile da colmare e secondo gli imprenditori del settore ci vorranno anni per recuperare il giro d'affari andato in fumo con questo fallimento.

Andrea Leadsom, Segretario di Stato per gli affari economici britannico, ha affermato:

"Non è giusto che il contribuente debba salvare tutte le società che falliscono, ciò creerebbe un enorme rischio, infatti, in quel caso, il consiglio di amministrazione non avrebbe alcun incentivo per gestire correttamente la società".

Gli hotel tunisini hanno invece affermato che Thomas Cook dovà restituire loro 60 milioni di euro per i mesi di luglio e agosto.

Intanto il Management dell'azienda è sotto tiro per la insolvenza creata: Il governo conservatore di Londra, mentre continua il rimpatrio dei turisti, ha infatti annunciato un'inchiesta in piena regola sui vertici aziendali.

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