Passano i due outsider della vita politica tunisina. Tra promesse e restaurazione si giocano tutto al secondo turno
Il primo turno delle presidenziali è un vero terremoto per la politica del Paese, chiara la direzione indicata dagli elettori: basta con i politici tradizionali.
Adesso è ufficiale: al ballottaggio delle presidenziali tunisine vanno Nabil Karoui e Kais Saied, quest'ultimo con oltre il 18% delle preferenze e Karoui con circa il 15% dei voti. Che si giocheranno tutto tutto, al secondo turno, che si terrà non oltre il 13 ottobre.
Nabil Karoui , in carcere in attesa di giudizio con l'accusa di frode fiscale, da anni dalle frequenze della sua televisione 'Nessma' predica la ridistribuzione della ricchezza, accompagnata da politiche sociali e di investimento in grado di ridurre il gap tra i ricchissimi e il ceto meno abbiente, a corroborare l'immagine di Robin Hood la fondazione che ha creato dopo la morte del figlio. I suoi detrattori lo descrivono come un uomo senza scupoli e portabandiera del più becero populismo.
Una ricchezza sfacciata la sua, dicono, che contrasta con lo stile sobrio di Kais Saied, professore di diritto, conservatore intenzionato a non trasferirsi nel palazzo presidenziale e rimanere nel suo appartamento. A favore del ripristino della pena di morte, contesta uguaglianza ereditaria tra uomini e donne e favorevole a una politica più decentralizzata rispetto alla capitale, con il fine di ridurre corruzione e il tradizionale peso dei politici nella capitale.
Il secondo turno dovrebbe tenersi non oltre il 13 ottobre, chiunque venisse eletto si troverà di fronte una situazione economico-sociale non semplice: malgrado la crescita economica, per il 2019 il tasso di crescita si aggira al 2.9%,
il tasso di disoccupazione si attesta al 15%, al 35% quello giovanale e tra i giovani disoccupati il 40% è in possesso di una laurea.
Tra le conseguenze principali, l'emigrazione, il diffondersi di movimenti fondamentalisti e una forte differenza tra aree rurali e urbane.