Il presidente messicano a Tijuana: "mano tesa agli USA". L'accordo evita i dazi sulle merci messicane in cambio di una stretta sull'immigrazione da parte di Città del Messico
PUBBLICITÀA Chapacula, in Chiapas, Messico, al confine con il Guatemala restano in un limbo in attesa di capire che ne sarà di loro i migranti che hanno passato la frontiera sperando di raggiungere gli Stati Uniti; l'accordo siglato venerdì tra Messico e USA, infatti prevede la mancata introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sulle merci messicane in cambio di una stretta sull'immigrazione da parte del Paese centramericano. I migranti sudamericani bloccati in Messico, ora temono il rimpatrio: "È molto pericoloso ora viste le nuove politiche sull'immigrazione, quindi non possiamo lasciare il nostro rifugio. Se usciamo rischiamo di finire in prigione e di essere rimandati indietro nel nostro Paese", dice una donna di El Salvador.
Il piano è un successo politico per il presidente americano Donald Trump e un risultato economico per l'omologo Messicano Manuel Lopez Obrador. I due si sono sentiti al telefono prima che quest'ultimo si presentasse a Tijuana per una manifestazione che celebra l'accordo: "A Trump ho detto che da qui gli mostro non un pugno chiuso ma una mano aperta e franca, reiteriamo la nostra disposizione all'amicizia, al dialogo , alla collaborazione", ha detto Obrador.
L'accordo Messico Stati Uniti prevede tra l'altro l'invio della guardia nazionale al confine sud per bloccare i migranti, leggi più stringenti contro i trafficanti d'uomini e che i messicani richiedenti asilo negli USA aspettino in patria di essere ammessi.
"Bene l'accordo, ora lo applichiamo", ha detto Trump. Se gli impegni non verranno rispettati, Washington è pronta a reintrodurre i dazi del 5 % su 300 miliardi di dollari di merci messicane che sarebbero dovuti scattare da questo lunedì.