Romania, l'anticorruzione divide il governo dall'Unione europea

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Per Bruxelles Bucarest non fa abbastanza per contrastare il fenomeno

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Non accenna a risolversi in Romania il braccio di ferro sulle leggi anticorruzione. Da un lato l'Unione europea, insieme ad ampi settori dell'opinione pubblica, che chiedono drastiche misure per imporre la legalità; dall'altro il governo di Bucarest, che ha adottato tre decreti d'urgenza per riformare la Giustizia, con ciò offrendo, secondo i critici, ai corrotti una via per farla franca. "Il potere politico deve avere un contatto con noi, un dialogo, e questo non succede. Non penso che questa sia la reazione giusta da parte del potere politico", dice un docente universitario animatore delle proteste.

Anche Bruxelles giudica molto criticamente le azioni intraprese dal governo nel rispettare gli impegni assunti in materia di anticorruzione, al punto da metterlo nero su bianco in sede di definizione del Meccanismo di cooperazione e verifica. Il vicepresidente della Commissione europea Timmermans ha consegnato il messaggio di persona: "Vogliamo assicurarci che la lotta contro la corruzione non venga meno, che la battaglia continui perché è molto importante per il futuro di questo paese. Il problema per me è che non abbiamo visto progressi anzi abbiamo registrato un rifiuto, una confutazione dei documenti della Commissione da parte del governo rumeno".

Le critiche di Bruxelles vengono tuttavia respinte in toto dal governo di Bucarest, che alle richieste di abrogazione oppone ragionamenti di teoria giuridica. Eugen Nicolicea, vicepresidente della Camera: "Tutti quelli che chiedono l'abrogazione del decreto di emergenza sono persone che non conoscono la legge. Se si ritira una norma che modifica un'altra legge, quindi se si cancellano le modifiche introdotte da questo decreto, si finirebbe per ripristinare la legge nella sua forma iniziale".

Con la riforma, per molti analisti, la magistratura rischia di venire strumentalizzata politicamente e divenire strumento del governo. Uno scenario non rarissimo in un quadro che in tutta Europa registra una impennata delle posizioni illiberali. "Sono misure che vanno nella stessa direzione di quelle volute da Fidesz in Ungheria o dal partito al governo in Polonia. Per questo dalla Commissione, a questo punto della futura Commissione e del Parlamento, deve venire un segnale forte. Il rischio è che si diffondano idee illiberali nei principali partiti europei".

La Romania, attualmente presidente di turno dell'Unione europea, è considerata da Transparency International uno dei paesi più corrotti dell'Unione. Sin dal 2007 la Commissione europea monitora costantemente le azioni anticorruzione e il sistema giudiziario rumeno nel suo complesso.

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