La "marcia dei disperati" ferma in Messico

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Di Alberto De Filippis
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Trump avverte le autorità del paese di passaggio: "Vi abbiamo dato un sacco di soldi, fermateli"

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Non funzionano le minacce e glli avvertimenti. Non si ferma infatti la marcia dei disperati che a piedi, dall'Honduras, sperano di raggiungere gli Stati Uniti.

Sono fermi al confine con il Messico, dopo che Trump ha avvertito i paesi di non farli passare anche se questa donna dice: "Ci faranno passare, ci hanno solo detto di avere pazienza, non sappiamo altro".

Pietose menzogne delle autorità messicane che non sembra abbiano alcuna intenzione di lasciar andare queste persone che non hanno nemmno lo status di rifugiati essendo considerati migranti economici.

E si che le autorità hanno tentato di dissuaderli arrestando il loro leader Bartolo Fuentes. Non sono rare le marce di avvicinamento collettivo verso nord, stavolta però, la vicenda ha destato attenzione per i numeri: sono partiti in 160 dalla città honduregna di San Pedro Sula, che secondo molte classifiche è una delle più pericolose al mondo, e ora sono circa 3.000 persone.

L'esecutivo messicano, di sinistra, non vuole giocare la parte del cattivo: "Abbiamo lavorato con questo gruppo così come con gli ambasciatori del Guatemala e il nostri consoli hanno spiegato ai membri della caravanna quali sono le opzioni possibili", ha affermato il ministro degli esteri.

Di norma, i viaggi verso nord proseguono con il treno, il famigerato La Bestia. Chi non ha gli spiccioli per pagare il biglietto lo cavalca gratis sul tetto, rischiando la pelle.

Il presidente Donald Trump ha assicurato però arresti e deportazioni all’arrivo e minacciato i Paesi della regione con il taglio degli aiuti se non smetteranno di lasciar passare i migranti. visto che Washington, ha detto il presidente: "Ha dato un sacco i soldi a queste amministrazioni".

I gruppi dei centroamericani in fuga non arrivano mai compatti al passaggio decisivo, dove verrebbero facilmente identificati dalla polizia di frontiera Usa, ma passano nelle mani di organizzazioni criminali messicane e degli spalloni, detti coyote. Molti di questi migranti muoiono nel deserto e nessuno lo saprà mai.

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