Romania, referendum su unioni gay: cosa succede se vince il sì

Romania, referendum su unioni gay: cosa succede se vince il sì
Diritti d'autore REUTERS/Bogdan Cristel/File Photo
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Di Alice Tidey
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Il 6 e 7 ottobre i cittadini rumeni decideranno se modificare la definizione di matrimonio presente nella costituzione. In caso di vittoria del sì i matrimoni omosessuali o le unioni civili, già illegali nel paese, rimarebbero tali

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Il 6 e 7 ottobre in Romania si terrà il referendum sull'opportunità di modificare la definizione di matrimonio presente nella costituzione. Una vittoria del sì bloccherebbe di fatto i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

La costituzione rumena attualmente stabilisce che il matrimonio è tra due "coniugi", ma non menziona il genere. Il referendum - approvato dalla camera bassa del parlamento e dal Senato dopo una petizione del 2016 della 'Coalitia pentru Familie', associazione di 30 ong rumene che ha raccolto tre milioni di firme - mira a modificare la costituzione in modo che si affermi che il matriminio è un'unione tra "un uomo e una donna".

Cosa succederebbe se la definizione venisse modificata?

In caso di vittoria del sì i matrimoni omosessuali o le unioni civili, già illegali nel paese, rimarebbero tali. Sarebbe una scelta in controtendenza rispetto alla maggior parte dei paesi dell'Unione Europea, dove i matrimoni omosessuali o le unioni civili hanno ottenuto il riconoscimento negli ultimi anni.

La mossa di indire il referendum è stata ampiamente condannata dalle organizzazioni per i diritti umani e il gruppo LGBT MozaiQ lo ha denunciato come "immorale". Il gruppo ha invitato i rumeni a boicottare il voto, poiché il il risultato di un referendum può essere convalidato solo se almeno il 30% dei 18 milioni di elettori si recherà alle urne.

Lo scorso giugno la Corte di giustizia europea ha ordinato alla Romania di riconoscere il partner americano di un cittadino rumeno come suo coniuge, in modo che possa risiedere legalmente nel paese. La coppia si era sposata diversi anni prima in Belgio, ma desiderava trasferirsi in Romania.

La massima corte europea ha stabilito che uno Stato membro delle UE, sebbene possa decidere se riconoscere o meno le unioni tra persone dello stesso sesso, deve riconoscere le unioni realizzate in altri paesi dell'Unione e concedere ai propri coniugi gli stessi diritti di qualsiasi cittadino europeo, compresa "la piena libertà di circolazione, che è uno dei quattro principi fondamentali dell'Unione europea".

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