Turchia, voto cruciale. Le grandi manifestazioni la cifra di una campagna elettorale vivace

Elezioni cruciali in Turchia domenica 24, sia presidenziali sia parlamentari. Erdogan, al potere da 15 anni, punta a un nuovo mandato, forte della riforma costituzionale presidenzialista, ma accusa un calo dei consensi.
Le manifestazioni sono state la cifra delle campagne elettorali turche insieme alla ingente presenza di autobus che riproducevano canzoni e inni elettorali mentre le bandiere dei rispettivi partiti hanno affollato le strade. Oltre 56 milioni gli elettori registrati aventi diritti al voto e più di 180 mila le urne dislocate in tutto il paese.
Potrebbe però non essere la cronaca di un plebiscito annunciato a favore di Erdogan, sebbene nell'eventuale ballotaggio di domenica 8 luglio il presidente turco resta il più accreditato alla vittoria. Potrebbe persino essere questione di decimali. Riguardo alle parlamentari, gli ultimi sondaggi danno un testa a testa tra la coalizione guidata dal partito di governo, l’Akp, e quella, questa volta coesa, dell’opposizione. Il voto doveva tenersi nel novembre del 2019. Erdogan ha deciso di anticiparlo.
A monitorare il voto ci saranno 8 organizzazioni internazionali, compreso l'Osce/Odihr, che domenica avrà 350 inviati nei seggi. Centoquarantaquattro mila mila cittadini di 19 province, in gran parte nel sud-est curdo, per recarsi alle urne dovranno fare molti chilometri, passando in alcuni casi anche attraverso checkpoint militari.