Dopo Airbus, anche BMW minaccia tagli nelle sua attività nel Regno Unito. E chiede chiarezza sui futuri rapporti doganali tra Londra e gli altri 27 paesi dell'Unione Europea. Il conto alla rovescia per l'uscita dall'Europa sta diventando un incubo per aziende e lavoratori. E per Theresa May.
Tutti in fuga dal Regno Unito?
Il gigante automobilistico BMW segue l'esempio di [Airbus](iframe width=) e lancia un avvertimento al governo britannico: "Vogliamo chiarezza in materia doganale e commerciale entro pochi mesi oppure dovremo provvedere ad un piano di emergenza", ha dichiarato Ian Robertson, amministratore delegato di BMW UK.
Non è proprio una minaccia di abbandono degli stabilimenti in Inghilterra, ma poco ci manca.
Il rischio, ha fatto sapere lo stesso Robertson, è quello di tagli all'occupazione, in "un Regno Unito meno competitivo sul piano commerciale".
La BMW, che produce la Mini e la Rolls Royce, impiega circa 8.000 persone nel Regno Unito.
Il governo britannico afferma di essere fiducioso sugli accordi commerciali della "Brexit", ma il primo ministro Theresa May ha escluso di rimanere nell'unione doganale.
Con il Regno Unito che dovrebbe lasciare l'Unione Europea il 29 marzo 2019, si stanno sollevando sempre più preoccupazioni - soprattutto tra aziende e lavoratori - su come sarà l'accordo di transizione. E su cosa accadrà dopo la definitiva "Brexit".
Intanto, BMW lancia sul mercato il suo nuovo modello.