Lo stato del mondo secondo l'Onu

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Di Alberto De Filippis
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Crisi umanitarie dovunque, e a pagare sono i civili

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"C'è del marcio nel regno di Danimarca", diceva Shakespeare, ma sicuramente c'è del marcio in tanti posti del mondo a sentire l'Alto Commissario per i Rifugiati all'Onu. Dalla Siria a Myanmar al medioriente sono tanti gli scenari dove i diritti umani sono violati.

In un'unusuale presa di posizione, il giordano ha affermato che "i tentativi di giustificare attacchi indiscriminati contro centinaia di migliaia di civili perché si debbono eliminare alcune centinaia di miliziani nella zona est di Ghouta sono una misura legalmente e moralmente insostenibile. Quando siete prepaparati a uccidere la vostra gente senza battere ciglio anche la menzogna può essere facile. Le affermazioni di Damasco secondo cui il governo avrebbe preso ogni misura per proteggere i civili ssono oggettivamente ridicole".

E l'Acnur non le manda a dire nemmeno a Myanmar della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyii.

"Abbiamo forti sospetti che in quelle terre si sia messo in atto un progetto fdi genocidio sin da agosto scorso. Per questo non sono sorpreso dalle notizie che provengono dai illaggi Rohingya, degli attacchi e delle fosse comuni o dei corpi eliminati dalle ruspe. Appare come un tentativo deliberato di distruggere le prove di crimini internazionali".

E le cattive notizie sono continuate dal Venezuela all'Egitto in una giaculatoria di crisi che sembrano senza fine e che continuano a mietere vittime soprattutto civili.

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