In funzione antiturca le milizie potrebbero ricorrere al vecchio nemico
Lo scenario siriano, già folle di suo, potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo. A cusa dei continui e massicci bombardamenti turchi contro le milizie curde, i nemici giurati del presidente Assad potrebbero dover chiedere aiuto a quello che appena poche settimane fa era chiamato ancora il "boia di Damasco".
Ankara non poteva tollerare la creazione di un corpo di 30.000 uomini, denominato "guardia di frontiera", che avrebbe dovuto essere in funzione anti isis, ma a maggioranza curda. Troppo, secondo il presidente Erdogan, il rischio che questa forza militare compattasse i curdi sparpagliati fra Turchia, Siria e Iraq. Da qui la decisione di bombardare le postazioni curde e l'ancor più paradossale ipotesi che adesso i curdi debbano rivolgersi al mortale nemico Assad.
Secondo vari testimoni, i russi avrebbero assicurato che i curdi sarebbero stati al sicuro e lontani dagli attacchi turchi se avessero lasciato Afrin al regime siriano. Al rifiuto opposto, i turchi hanno attaccato, ma per alcuni osservatori, Ankara cercava solo una motivazione per sferrare un attacco contro una minaccia ai propri confini.