Stanno scomparendo gli insetti: allarme per una "apocalisse ecologica"

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Di Euronews
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Negli ultimi 25 anni diminuiti del 75% i ranghi degli insetti volanti. Lo rivela uno studio della rivista Plos One

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Secondo la famosa profezia, attribuita senza basi ad Albert Einstein, “se le api scomparissero dalla superficie terrestre, agli uomini rimarrebbero solamente 4 anni di vita. Niente api, niente impollinazione, niente piante, niente animali, niente uomini”.

Uno studio effettuato in alcune aree ecologiche tedesche suffraga ora i peggiori timori. Negli ultimi 25 anni, infatti, sono scomparsi i tre quarti degli insetti volanti – considerando la loro massa totale. Lo riporta la testata inglese The Guardian , scrivendo che la moria di questi importanti animali, a cui si deve l’impollinazione, ma che sono anche fonte di cibo per altre specie, fa sì che il mondo sia sulla strada di una “apocalisse ecologica” con profondi impatti sulla vita degli esseri umani. La causa del declino del numero di insetti volanti non è chiara, anche se l’uso dei pesticidi, la distruzione delle aree selvatiche che porta ad uno stravolgimento delle loro abitudini ed il cambiamento climatico sono i primi sospettati di questa moria.

Lo studio: in estate dati ancora peggiori
Il caso tedesco è esemplificativo. Nel Paese tedesco è stato condotto uno studio specifico e approfondito a riguardo pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, da cui il quotidiano britannico ha attinto i dati. Si sospetta tuttavia che queste dinamiche non conoscano confine e siano le medesime in tutto il mondo.

Gli entomologi tedeschi hanno utilizzato particolari trappole per catturare gli insetti dal 1989 in 96 differenti aree, pianeggianti e urbanizzate. Ebbene, le analisi hanno rivelato che il peso degli insetti ha registrato un calo del 76% in 27 anni. A livello congiunturale, il calo estivo è addirittura dell’82%.

Si stima che l’80% delle piante siano dipendenti dagli insetti per l’impollinazione, e il 60% degli uccelli proliferi nutrendosi di loro come fonte di cibo primaria. Gli studi in materia si erano finora limitati e ristretti a certe specie, come la farfalla: un tipo particolare di insetto che si è dimezzato nelle recenti decadi. La biomassa totale è servito come indicatore per capire lo stato di salute degli insetti intesi come gruppo e il loro contributo all’intero ecosistema. Non sono stati raccolti sufficienti dati sui livelli di pesticidi nelle zone analizzate.

“Gli insetti compongono i 2/3 delle forme di vita sulla terra ma c‘è stato un terribile calo nel loro numero”, ha detto uno dei ricercatori, il professor Dave Goulson della Sussex University UK, al Guardian. “Stiamo rendendo inospitali tanti tratti di terra per la maggior parte degli esseri viventi, stiamo andando incontro ad un’Armageddon ecologica”. Il ritmo di scomparsa è del 6% l’anno, calcola Lynn Dicks dell’Università dell’East Anglia.

Gli esperti insistono sulla necessità di approfondire urgentemente gli studi in materia anche in altri territori e anche per specie non volanti. Nel frattempo il consiglio è quello di ridurre l’uso dei pesticidi e aumentare il numero di specie floreali ai margini delle aree coltivate.

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