Regno Unito: tutto quello da sapere

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Di Euronews
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Così abbiamo commentato le elezioni nel Regno Unito nel nostro liveblog

  • Theresa May alle 12:30 (13:30 in Italia) dalla regina. Nonostante la sconfitta chiederà l’incarico di formare un nuovo governo

  • E’ un Regno Unito senza maggioranza quello che esce dalle elezioni generali del 2017. Il partito Conservatore di Theresa May verso 318 seggi, 8 in meno di quelli necessari per ottenere la maggioranza assoluta e governare senza il sostegno di altri partiti.

  • A uscire rafforzati sono i Labour di Jeremy Corbyn, che quando mancano poche sezioni alla fine dello spoglio, vanno verso – 266 seggi.

  • In calo il Partito Nazionale scozzese, crolla l’Ukip: il partito euroscettico non avrà nessun deputato nella prossima Camera dei Comuni. Fuori dal Parlamento anche l’ex leader dei liberaldemocratici Nick Clegg.

  • La premier Theresa May ha detto che i Conservatori sono pronti a “garantire un periodo di stabilità, qualunque sia il risultato delle elezioni”.

  • Il leader Labour Jeremy Corbyn ha chiesto le dimissioni della May: “Ha perso voti, dovrebbe farsi da parte e lasciare spazio a un nuovo governo”.

Come funziona il voto
Le elezioni si svolgono con il sistema uninominale. I candidati con il maggior numero di voti in ciascuno dei 650 collegi elettorali si assicurano il seggio in Parlamento, tutti gli altri vengono scartati. Se nessuno dei principali partiti ottiene la maggioranza si crea una situazione di ‘Parlamento appeso’ (dall’inglese ‘Hung Parliament’). In quel caso il partito col maggior numero di deputati proverà a formare una coalzione con i partiti minoritari.

Chi parteciperà alle elezioni
I due principali partiti sono il partito Conservatore e il partito Laburista. Poi ci sono i liberaldemocratici, il partito Unionista Democratico (DUP) in Irlanda del Nord e il partito Nazionale Scozzese (SNP). Il partito per l’Indipendenza del Regno Unito (UKIP) e i verdi presenteranno i propri candidati nella maggioranza dei collegi.

Il partito Laburista è guidato da Jeremy Corbyn. Il programma elettorale include l’aumento del salario minimo a 10 sterline all’ora e la creazione di una banca di investimenti da 500 miliardi per dare una spinta all’economia dopo la Brexit. Tra gli obiettivi in politica estera ci sono l’immediato riconoscimento della stato palestinese, la sospensione della vendita di armi all’Arabia Saudita, il mantenimento del budget per la Nato al 2% del pil e il rinnovo del programma di deterrenza nucleare.

I liberaldemocratici, partito di centro guidato da Tim Farron, sono gli unici a proporre un nuovo referendum sulla Brexit. Qualsiasi tipo di accordo deve includere la libera circolazione delle persone e la permanenza nel mercato unico. Tra gli obiettivi elettorali: cancellazione del taglio all’istruzione di 7 miliardi approvato dai Conservatori; stanziamento di un miliardo di sterline per i servizi di salute mentale; legalizzazione della cannabis; innalzamento delle imposte di un centesimo per sterlina per raccogliere 6 milioni da dedicare al servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda i trasporti è in programma la costruzione di due nuove linee ferroviare.

Il partito Conservatore guidato da Theresa May punta a ridurre il deficit entro il 2025 e a tagliare al 17% le imposte sulle società. Sulla Brexit il mantra è “nessun accordo è meglio di un cattivo accordo”. Il Great Repeat Bill varato dal governo all’indomani della Brexit garantirà ai lavoratori gli stessi diritti garantiti dalle leggi della UE. La politica estera del partito prevede il rinnovo del programma di deterrenza nucleare e il mantenimento del budget per la Nato al 2% del pil. La spesa per il servizio sanitario sarà innalzata ad 8 miliardi di sterline entro il 2022.

I Partito Verde è guidato da Caroline Lucas e Jonathan Bartley. Tra i punti del programma l’introduzione del reddito di base, la nazionalizzazione di banche e trasporti, l’aumento del salario minimo a 10 sterline all’ora, la creazione di un milione di posti di lavoro e l’introduzione della settimana da quattro giorni lavorativi. In programma anche l’introduzione di un nuovo sistema per lo smaltimento dei rifiuti che prevede premi in denaro per coloro che restituiranno bottiglie e altri contenitori.

Lo Ukip di Paul Nuttall punta ad azzerare entro i prossimi cinque anni l’immigrazione netta (per ogni immigrato che arriva, uno deve uscire) e a introdurre un bando per i lavoratori scarsamente qualificati. I coniugi di cittadini britannici dovranno provare i motivi per cui si sono sposati prima di ottenere la cittadinanza. Le compagnie saranno obbligate a ricercare personale da assumere nel Regno Unito prima di guardare all’estero. Sarà vietato l’utilizzo del niqab e del burka in pubblico.

Il partito Nazionale Scozzese punta ad ottenere un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia e ad avere un posto al tavolo delle negoziazioni sulla Brexit. Tra gli obiettivi ci sono la permanenza della Scozia nel mercato unico europeo e la possibilità di poter decidere in autonomia le proprie politiche sull’immigrazione.

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