Un anno dopo gli attentati di Bruxelles, le testimonianze di chi ha vissuto quei momenti

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È già passato un anno dall’atto di terrorismo piu mortale della storia del Belgio.

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È già passato un anno dall’atto di terrorismo piu mortale della storia del Belgio. 32 persone sono state uccise durante gli attacchi dell’aeroporto di Bruxelles ed in una stazione della metropolitana vicino alle istituzioni europee, e oltre 300 persone sono rimaste ferite. Da allora, la vita è cambiata in città. I soldati ed i camion dell’esercito per le strade sono diventati parte della vita quotidiana qui. Ma le persone che si sono trovate faccia a faccia con il terrore ed che sono sopravvissute ammettono che si tratta di qualcosa che si porteranno dietro per il resto della loro vita. Jef Versele, il proprietario di una birreira belga, era all’aeroporto in quel momento. Si era allontanato dalla fila del check-in per fare una telefonata pochi momenti prima dell’esplosione. La persona che era davanti a lui è stata uccisa. Il giornalista di Euronews Damon Embling ha parlato con lui un anno dopo.

Adesso sappiamo che il governo britannico il 29 marzo invocherà l’articolo 50 del trattato UE per lasciare l’Unione europea. Quest’ultima ha detto che è pronta per iniziare. Il Presidente del Consiglio dell’UE, Donald Tusk, durante la conferenza stampa con il primo ministro giapponese, ha annunciato che i leader dell’Unione europea si incontreranno il 29 aprile per approvare le lineee guida europee ed andare avanti con i negoziati sulla Brexit.
Una passo molto importante dopo un incontro bilaterale con Shinzo Abe, in cui si è parlato soprattutto di commercio. L’UE vuole avere un accordo di libero scambio con il Giappone il più presto possibile, preferibilmente quest’anno. Mariko Kaneko, del ministero degli affari esteri, ha detto a euronews che la sicurezza è la priorità per il Paese.

Più tardi in giornata, il vice Presidente della Commissione europea Frans Timmermans risponderà alle domande degli eurodeputati della commissione per le libertà civili circa il rispetto dello stato di diritto in Polonia. La Commissione europea ha accusato il governo di Varsavia (di stampo nazionalista) di violare la democrazia, soprattutto dopo i cambiamenti apportati alla Corte costituzionale.

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