A Fermo morte per razzismo. Sulla nave di soccorso nasce una bambina

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Di Alfredo Ranavolo
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Gravissimo episodio nella cittadina marchigiana: nigeriano pestato a morte da un uomo appartenente ad ambienti fascisti. Nelle acque del Mediterraneo, invece, dopo un'operazione di soccorso viene alla

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Era sfuggito agli attacchi di Boko Haram, in uno dei quali aveva perso i genitori e una figlia, per trovare la mortein Italia. Mercoledì i medici hanno decretato la morte cerebrale di éEmmanuel Chidi Namdi*, ridotto in coma il giorno prima da un uomo noto per l’appartenza ad ambienti ultrà e fascisti. L’episodio è avvenuto a Fermo, nelle Marche.

La violenza è scattata in seguito alla reazione agli insulti alla sua compagna, Chinyery, definita “scimmia africana”. Non ufficialmente sua moglie, anche se si erano “sposati” dopo l’arrivo in Italia, avvenuto lo scorso settembre scorso, con un rito officiato da monsignor Vinicio Albanesi, che ospitava la coppia al seminario arcivescovile, in attesa dell’esame della domanda di asilo.

Senza valore legale, per la mancanza dei documenti necessari, che ora potrebbe impedire anche la donazione degli organi, che pure la donna aveva deciso. La stessa, che aveva già subito il dramma di un aborto, durante la traversata del mediterraneo e, prima ancora, in Libia era stata picchiata e derubata assieme a Emmanuel.

Non è chiaro chi fosse stato, martedì, a colpire per primo, dopo gli insulti razzisti. Quel che certo è che colui che aveva ridotto il nigeriano in fin di vita era stato denunciato a piede libero per lesioni gravissime. Ma ora il capo di imputazione cambierà e per lui potrebbero anche aprirsi le porte del carcere.

Episodio di segno completamente opposto sulla nave Bettica, dove è venuta alla luce la piccola Manuela, figlia di una donna camerunense che era stata soccorso a bordo di un gommone in difficoltà. La piccola è stata sbarcata al porto di Reggio Calabria, assieme ad altri 977 migranti.

Altre due navi sono giunte a Catania, con a bordo 459 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia.

Mercoledì mattina, una 50ina di persone, prevalentemente provenienti dalla Somalia, sono state trovate sull’isolotto disabitato di Vendìcari, appartenente all’area dell’omonima oasi naturalistica.

Con l’arrivo dell’estate le operazioni di salvataggio stanno ancora aumentando: nella sola giornata di martedì ne sono state compiute 30, traendo in salvo oltre 4.500 persone.

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