Il Giappone aiuta il Kenya a potenziare gli impianti geotermici

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La Rift Valley del Kenya è la regione dell’energia geotermica.

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La Rift Valley del Kenya è la regione dell’energia geotermica. Il Giappone è il principale partner del Paese africano in questo settore.

Il Kenya è ottavo nella classifica mondiale degli Stati che producono quest’energia pulita, ricavata dal calore della terra. Questa valle ha un potenziale di 10.000 megawatt ed è particolarmente adatta alla geotermia perché qui la crosta terrestre è più fine e quindi il vapore può essere estratto più facilmente.

L’impianto geotermico di Olkaria, il più grande in Africa, è frutto di una collaborazione fra l’agenzia keniota Kengen, il Giappone e altri partner internazionali.

“Come risultati di questa collaborazione abbiamo avuto una riduzione del costo dell’elettricità, la salvaguardia dell’ambiente, la coestistenza con la fauna della zona”, spiega Abel Rotich, direttore per lo sviluppo geotermico presso l’agenzia Kengen. “Abbiamo appena completato il progetto Olkaria 4 che ha aggiunto altri 280 megawatt alla nostra produzione, quest’energia ha sostituito quella dell’olio combustibile. Il costo dell’elettricità è stato ridotto del 30% e il 30% per i consumatori è una grande differenza”.

Il sito di Olkaria, 120 chilometri a nord-ovest di Nairobi, si trova nel parco nazionale Hell’s Gate e uno degli scopi del progetto è conciliare lo sviluppo energetico con la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali.

L’attuale capacità geotermica dei quattro siti di Olkaria è di circa 514 Megawatt, dal 1981 la Kengen ha scavato 281 pozzi, con la supervisione degli ingegneri kenioti che hanno seguito una formazione durante la costruzione di ogni singolo impianto.

“Nel primo anno viene realizzata una formazione a tempo pieno dei nostri membri tramite l’agenzia giapponese di cooperazione internazionale – afferma Rotich – imparano a utilizzare i software, vengono addestrati alle operazioni pratiche dell’impianto energetico. Tutti i siti sono gestiti da esperti locali, kenioti”.

Il governo del Kenya intende formare la forza lavoro del Paese non soltanto in questo settore. Il Giappone si offre come partner. A Nairobi abbiamo incontrato il vice-capo missione dell’ambasciata giapponese.

“Abbiamo individuato varie aree di cooperazione come l’istruzione, la sanità, la crescita economica, le infrastrutture, l’energia, la pace e la sicurezza – sostiene Mikio Mori – ecco perché il Kenya è il posto adatto a ospitare la prima conferenza TICAD su territorio africano”.

TICAD, la conferenza internazionale nata nel 1993 da un’iniziativa di Tokyo con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo africano, si terrà ad agosto a Nairobi.

Accanto al progetto Olkaria viene portato avanti un programma di sviluppo a favore della popolazione locale. I Maasai sono stati trasferiti in una zona vicina dove sono state costruite case e scuole. La scuola prima era frequentata da 84 alunni, ora sono 200 fra i 3 e i 16 anni.

Ogni tanto fa visita l’anziano del villaggio: “Siamo felici per la nuova scuola, rispetto alla vecchia è migliore per i bambini”.

“Nella scuola di prima non c’era elettricità, rientravamo a casa in anticipo, alle 5. Qui invece restiamo fino alle 6 o le 7”, racconta un bambino.

Poco più di un terzo dei 45 milioni di kenioti possiede l’elettricità. Il governo punta a fornirla al 70% della popolazione entro il 2030. Kenya e Giappone hanno firmato un accordo per la costruzione di Olkaria 5, che dovrebbe aprire entro due anni.

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