Era in carcere e aveva sempre negato la motivazione terroristica del suo gesto
Si è suicidato in carcere l’uomo che in Francia nel giugno scorso aveva decapitato il suo datore di lavoro, facendo temere un attacco terroristico.
L’uomo si è impiccato in cella, fabbricando una corda con le lenzuola.
Yassin Sahli aveva 35 anni e, una volta arrestato, aveva sempre negato ogni motivazione jihadista, parlando piuttosto di un dissidio nato in azienda.
Testimoniava però a suo sfavore la dinamica dell’attacco, lo sfondamento con un’auto del muro di cinta dell’impresa, situata vicino a Lione, nel sud-est della Francia. Una fabbrica tra l’altro classificata Seveso, per la presenza di grandi quantità di gas infiammabile.
La macabra messa in scena del delitto poi, con la decapitazione in stile Isis e le scritte inneggianti al radicalismo islamico sulla testa della vittima, avevano definitivamente convinto gli inquirenti di trovarsi di fronte a un aspirante terrorista.