Il sogno europeo della Moldavia

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L’integrazione della Moldavia in Europa è una priorità per il neopresidente Nicolae Timofti, eletto a marzo dopo 3 anni di liti in parlamento.

L’altra è la risoluzione pacifica delle tensioni con la separatista Transnistria, attraverso i negoziati 5+2, con Moldavia, Transnistria, Ucraina, Russia e OSCE, più Stati Uniti e Unione Europea.

Lo abbiamo incontrato nel corso della sua prima visita all’estero. Nessun dubbio che dovesse essere il Belgio, Bruxelles.

Rudy Herbert, Euronews:
Perché ha scelto la capitale belga?

Nicolae Timofti, presidente della Moldavia:
Tutti i cittadini della Repubblica di Moldavia devono raccogliersi intorno ad un’idea, che deve essere l’integrazione in Europa.

euronews:
Che cosa significa l’Europa per il suo Paese?

Timofti:
Prima di tutto l’Europa significa rispetto per i diritti umani, ripartenza dell’economia sulla base della competizione, diritto di proprietà garantito.

euronews:
Non crede sia una contraddizione il fatto che la Repubblica di Moldavia sia ancora membro della Comunità di Stati Indipendenti, mentre sta andando a grandi passi verso l’Europa?

Timofti:
Non parlerei di contraddizioni, ma dei chiari propositi dell’attuale governo e della nostra nazione. Non è un caso che centinaia di migliaia di moldavi stiano lavorando in Europa. Vorrei anche dire che mi dispiace che molti di loro vivano in questi Paesi illegalmente. Ne siamo consapevoli, e anche gli Stati nei quali si trovano i nostri cittadini ne sono consapevoli. Dobbiamo cambiare le cose in modo che non debbano più nascondersi e tentare vie alternative a quelle legali.

euronews:
Vanno avanti i negoziati sull’Accordo di associazione tra il suo paese e l’Unione Europea?

Timofti:
La Repubblica di Moldavia sta concretamente e velocemente procedendo per assolvere a tutte le sue funzioni, per l’integrazione in Europa.

euronews:
Quando spera di firmare l’Accordo?

Timofti:
Spero presto, ma realisticamente so che non succederà il prossimo anno o in quelli a venire. La mia speranza è che avvenga in tempi ragionevoli.

euronews:
Parliamo di un’altra questione: la Transnistria. Come può essere risolto il problema?

Timofti:
Il problema può essere risolto con i considdetti colloqui “5+2”. Noi speriamo che il conflitto si risolverà solo per vie pacifiche.

euronews:
Quali sono le radici del conflitto?

Timofti:
Gli interessi politici di alcuni Stati, tra cui la Russia.

euronews:
Chi vi sta aiutando a risolvere il conflitto?

Timofti:
Abbiamo l’aiuto dell’Europa, degli Stati Uniti e di altri Paesi interessati ad un clima di pace in questa parte di Europa.

euronews:
Pensa che ci vorrà molto più tempo per trovare una soluzione a questo conflitto?

Timofti:
Ci sono stati recentemente alcuni buoni segnali per un ritorno alla comprensione e alla cooperazione con la riva sinistra del Dnestr. Poco tempo fa il nostro Primo ministro ha riaperto il traffico ferroviario di merci.

euronews:
Non ha paura che la Transnistria possa diventare per il suo Paese una regione simile a ciò che l’Ossezia del Sud è per la Georgia?

Timofti:
Non farei questo paragone, perché la situazione geografica è differente.

euronews:
Notizie di stampa dicono che la Russia potrebbe installare un radar in Transnistria, se la NATO collocasse elementi di un sistema di difesa missilistico in Romania. Qual è il suo commento?

Timofti:
Ho letto queste presunte dichiarazioni del vicepremier russo Rogozin dopo averlo incontrato. Durante i colloqui non ha fatto tali dichiarazioni. Quando queste notizie sono state pubblicate, Rogozin ha negato tutto. In realtà durante i colloqui non ha mai affrontato un problema simile.

euronews:
È difficile essere presidente di un paese che deve combattere la povertà e molti altri problemi?

Timofti:
Naturalmente non è semplice. È molto difficile, ma mi sono assunto questa responsabilità per aiutare a fronteggiare il problema della povertà. Vorrei dare il mio contributo per arrivare a più alti standard di vita nella mia nazione.

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