Le elezioni catalane mettono di fronte le tre foze politiche, che parteciperanno alla competizione elettorale senza accordi o alleanze: Socialisti (centrosinistra), Erc (indipendentisti di centrosinistra), Junts (indipendentisti di centrodestra)
Dopo la bocciatura della finanziaria regionale, in Catalogna, il 12 maggio gli elettori saranno chiamati alle urne per scegliere la nuova composizione del Parlamento. La campagna elettorale ha già preso il via in un'elezione che, secondo gli ultimi sondaggi (della CSI), porterà soprattutto a una complessa frammentazione parlamentare.
Chi si contende il voto dei catalani
Il partito Socialista di Catalogna (Psc), guidato dall'ex ministro della Sanità spagnolo Salvador Illa, è dato vincente. I socialisti dovrebbero incrementare i consensi, ma non si prevede che raggiungano la maggioranza assoluta per poter goverbare da soli.
I socialisti avevano già vinto le elezioni del 2021, ma senza una maggioranza i filo-indipendentisti di Pere Aragonès, della Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc), sono riusciti a rimanere al potere.
L'Erc è di nuovo in lotta per il secondo posto con **Uniti per la Catalogna (**Junts), in un momento in cui l'ex leader indipendentista, Carles Puigdemont, sta tornando sulla scena politica, ma con i sondaggi che indicano un pareggio tecnico.
La sfida dei partiti catalani
Le elezioni mettono di fronte le tre foze politiche, che parteciperanno alla competizione elettorale senza accordi o alleanze: Socialisti (centrosinistra), Erc (indipendentisti di centrosinistra), Junts (indipendentisti di centrodestra).
Si tratta di un test importante per la tenuta dell'esecutivo nazionale visto che i partiti che si fronteggiano in Catalogna sono gli stessi su cui poggia il governo socialista di Pedro Sánchez, che dalla scorsa estate amministra grazie all’appoggio esterno dei partiti indipendentisti catalani (che hanno una presenza abbastanza consistente anche nel parlamento nazionale).