L'Unione Europea vuole ampliare le sanzioni all'Iran dopo l'attacco a Israele

L'alto diplomatico dell'UE Josep Borrell parla dopo una riunione VTC dei ministri degli Esteri dell'UE, 16 aprile 2024.
L'alto diplomatico dell'UE Josep Borrell parla dopo una riunione VTC dei ministri degli Esteri dell'UE, 16 aprile 2024. Diritti d'autore FRANCOIS LENOIR/EUROPEAN UNION
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Di Mared Gwyn JonesAida Sanchez Alonso
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L'Unione Europea inizierà il "lavoro necessario" per colpire l'Iran con sanzioni più pesanti dopo l'attacco aereo di sabato contro Israele, ha dichiarato l'alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di Sicurezza Josep Borrell

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Parlando dopo una riunione virtuale straordinaria dei ministri degli Esteri dell'Ue martedì, Josep Borrell ha dichiarato che intende studiare la possibilità di espandere le attuali sanzioni dell'Ue contro la tecnologia dei droni iraniani.

L'attuale regime di sanzioni, istituito nel luglio 2023 per punire l'Iran sull'aiuto alla macchina da guerra di Putin con i droni senza pilota Shahed, verrebbe ampliato per includere i missili e coprire anche gli alleati dell'Iran nella regione.

Borrell: "Allontanarsi dal Medio Oriente"

Le sanzioni ampliate sono state proposte da "alcuni Stati membri" durante l'incontro, ha dichiarato Borrell, senza però specificare quali. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, e quello austriaco, Alexander Schallenberg, avevano entrambi richiesto questa mossa martedì.

La decisione è stata presa mentre i ministri degli Esteri dell'Ue si affannano ad evitare un'ulteriore escalation del conflitto che sta attanagliando il Medio Oriente, invitando tutte le parti alla moderazione. I Paesi dell'Ue hanno finora ribadito il loro impegno per la sicurezza di Israele, esortando al contempo il governo di Netanyahu a esercitare cautela, per evitare che il conflitto sfoci in una guerra totale.

"La regione è sull'orlo dell'abisso e dobbiamo allontanarcene", ha detto Borrell, aggiungendo che un passo falso in un conflitto tra Israele e Iran potrebbe portare a una guerra che "nessuno vuole".

Le sanzioni sui droni iraniani potrebbero essere "ampliate"

Nell'Unione Europea sono già in vigore una serie di sanzioni contro il regime iraniano, tra cui restrizioni commerciali, divieti di viaggio e congelamento di diversi beni. Alcune di queste sanzioni sono state imposte in risposta alle violazioni dei diritti umani da parte di Teheran - tra cui spicca la morte di Mahsa Amini nel 2022 per mano della polizia morale iraniana - e alla conseguente repressione brutale dei manifestanti.

Più di recente, il blocco ha deciso di vietare l'esportazione da parte dell'Ue di componenti critici per la fabbricazione dei droni mortali, noti anche come veicoli aerei senza pilota (Uav), che vengono poi venduti a Mosca per sostenere gli sforzi bellici in Ucraina. Questi Uav sono stati utilizzati anche sabato, quando Teheran ha lanciato circa trecento droni, missili da crociera e balistici verso Israele, nel suo primo attacco diretto al territorio israeliano.

L'offensiva è stata una risposta al recente attacco aereo di Israele contro un edificio diplomatico iraniano nella capitale siriana Damasco, che ha visto l'uccisione di sette membri della Guardia Rivoluzionaria, tra cui due alti comandanti. Anche questo attacco è stato condannato da Borrell a nome dell'Ue.

Borrell ha affermato che le sanzioni del blocco contro i droni iraniani potrebbero essere ampliate in "due direzioni": verrebbero inclusi anche i missili oltre ai droni, nonostante non vi siano prove attuali che suggeriscano che Teheran fornisca a Mosca i proiettili da guerra utilizzati nella sua guerra non provocata contro l'Ucraina. In più, anche gli alleati dell'Iran nei Paesi vicini, come gli Houthi nello Yemen, Hezbollah in Libano e il regime siriano, potrebbero essere colpiti dalle sanzioni.

Da parte di Israele richieste di ulteriori misure restrittive

Martedì scorso, il ministro degli Esteri israeliano ha scritto a 32 dei suoi omologhi occidentali, tra cui tutti i 27 ministri degli Esteri dell'Ue, invitandoli a imporre sanzioni più ampie sul programma missilistico iraniano e a inserire la Guardia rivoluzionaria iraniana nell'elenco delle organizzazioni terroristiche.

"L'Iran deve essere fermato ora, prima che sia troppo tardi", ha dichiarato il ministro Israel Katz sulla piattaforma di social media X, descrivendo la sua iniziativa come un' "offensiva diplomatica contro l'Iran".

Borrell ha dichiarato che, sebbene i suoi servizi possano prendere in considerazione l'inserimento della Guardia Rivoluzionaria tra le organizzazioni terroristiche, all'Ue serve una "decisione da parte di un'autorità nazionale relativa a un caso di attività terroristiche", per poterlo fare.

Borrel ha dichiarato che valuterà anche la possibilità di inserire le Guardie rivoluzionarie iraniane nell'elenco delle organizzazioni terroristiche. Tuttavia ha sottolineato che tale mossa sarebbe difficile, in quanto il ramo militare non è ancora stato associato a un atto di terrorismo in nessuno degli Stati membri dell'Ue. E all'Ue serve una "decisione da parte di un'autorità nazionale relativa a un caso di attività terroristiche", per poterlo fare.

"Chiederò ai servizi legali del Servizio europeo per l'azione esterna di riesaminare la questione e vedere se esiste un caso su cui basare questa proposta, ma per il momento non ce l'abbiamo", ha spiegato. 

Un altro potenziale strumento per esercitare pressioni sull'Iran potrebbe essere il ripristino delle sanzioni imposte a Teheran per le sue attività nucleari.

Inasprire le sanzioni Ue avrebbe pochi effetti sull'Iran

L'accordo sul nucleare iraniano del 2015, che ha visto l'Iran smantellare gran parte del suo programma nucleare in cambio di una deroga da parte dell'Occidente a sanzioni valutate in miliardi di euro. Il testo include una clausola, negoziata dagli Stati Uniti, che prevede il ripristino delle sanzioni nel caso in cui l'Iran sia sospettato di violare l'accordo.

Gli Stati Uniti hanno tentato di far scattare le sanzioni nel 2020, ma sono stati frenati da altri firmatari - tra cui Francia e Germania - che hanno sostenuto che la mossa non era possibile dato che l'amministrazione Trump si era ritirata dall'accordo nucleare nel 2018.

Ma, parlando con Euronews lunedì, Sven Biscop dell'Egmont Institute ha suggerito che qualsiasi inasprimento delle sanzioni dell'Ue eserciterebbe ben poca pressione sull'Iran: "L'Iran è ora quasi totalmente isolato dall'Occidente. Quindi, un altro ciclo di sanzioni dell'Ue contro l'Iran potrebbe portare a ben poco", ha affermato Biscop.

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I leader dell'Ue si riuniscono questo  mercoledì a Bruxelles per un vertice di due giorni, in cui la fragile situazione in Medio Oriente dominerà le discussioni.

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