La Commissione europea fissa il target di riduzione delle emissioni: -90% entro il 2040

La Commissione europea vuole ridurre le emissioni di CO2 del 90% entro il 2040.
La Commissione europea vuole ridurre le emissioni di CO2 del 90% entro il 2040. Diritti d'autore Petr David Josek/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Gregoire LoryVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in francese

La Commissione europea ha proposto una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas climalteranti nell'Ue entro il 2040: è il target intermedio prima dell'azzeramento definitivo entro il 2050

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"Basandoci sui migliori dati scientifici a disposizione, chiediamo una riduzione del 90% entro il 2040", ha detto Wopke Hoekstra, Commissario europeo per il Clima. I provvedimenti legislativi per raggiungere l'obiettivo saranno attuati dalla prossima Commissione, che si formerà dopo le elezioni europee di giugno, ha spiegato il commissario.

Quella odierna è infatti una comunicazione a Consiglio e Parlamento, tramite cui si raccomanda anchela piena attuazione degli obiettivi del 2030, vale a dire una riduzione del 55% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. Hoekstra ha spiegato che la Commissione intende in questo modo avviare un dialogo per trovare le giuste misure necessarie a raggiungere l'obiettivo.

"Affrontare il cambiamento climatico è una maratona, non uno sprint"
Wopke Hoekstra
Commissario europeo per il Clima

Obiettivo chiaro, strumenti no

La raccomandazione è in linea con i consigli dello European Scientific Advisory Board on Climate Change, l'organismo europeo preposto all'analisi del cambiamento climatico. Fissare un obiettivo chiaro di riduzione per il 2040 aiuterà industria, investitori, governi e cittadini europei a prendere le decisioni necessarie per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, sostiene l'esecutivo comunitario.

La Commissione non ha fissato, invece, una data per la graduale eliminazione dei combustibili fossili: si prevede una riduzione dell'80% nel settore della produzione energetica entro il 2040, ma non sono fissate indicazioni temporali per dismettere carbone, gas e petrolio.

Né è stata fissata una soglia di riduzione delle emissioni per il settore agricolo: nelle bozze precedenti della comunicazione, sarebbe stata prevista una riduzione del 30%, ma l'obiettivo è scomparso dal testo finale.

"La comunicazione ha lo stesso senso di un obiettivo di prevenzione del cancro ai polmoni senza alcun piano per eliminare il fumo", afferma Silvia Pastorelli, responsabile della campagna sul clima di Greenpeace. "L'assenza di un piano per eliminare gradualmente i combustibili fossili, e persino i sussidi, non solo ritarda l'azione climatica di cui abbiamo urgentemente bisogno, ma finirà per danneggiare ancora di più le persone".

Secondo le stime della Commissione, i danni all'economia europea imputabili al cambiamento climatico si aggirano sui 170 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Se non affrontato, il riscaldamento globale porterà a una riduzione del Prodotto interno lordo europeo del 7% entro la fine del secolo.

Energia a basse emissioni

Un'altra comunicazione presentata dalla Commissione, che rientra nellelinee guida della transizione ecologica europea, riguarda la gestione industriale del carbonio: cioè i processi di cattura, trasporto e stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta dalle industrie.

Secondo le stime della Commissione, per raggiungere il target della riduzione del 90% delle emissioni nette, l'Ue dovrebbe essere in grado di catturare almeno 50 milioni di tonnellate entro il 2030, 280 entro il 2040 e 450 entro il 2050.

Il settore della produzione di energia dovrebbe essere completamente decarbonizzato entro il 2040 attraverso soluzioni a basse (o a zero) emissioni di CO2, come le energie rinnovabili, lo stoccaggio di anidride carbonica, il miglioramento dell'efficienza energetica, ma anche l'uso dell'energia nucleare.

Per i cittadini, l'istituzione auspica una transizione più equa con maggiori politiche sociali: una sfida non secondaria per l'Ue, visti i primi segnali di malcontento sulle sue politiche ambientali.

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