Borrell ai Paesi dell'Ue: basta esportare armi, inviatele all'Ucraina

Josep Borrell, capo della politica estera dell'UE, ha incontrato il suo omologo polacco a Varsavia.
Josep Borrell, capo della politica estera dell'UE, ha incontrato il suo omologo polacco a Varsavia. Diritti d'autore European Union, 2024.
Diritti d'autore European Union, 2024.
Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Gli Stati membri dovrebbero interrompere temporaneamente le esportazioni di armi verso Paesi diversi dall'Ucraina, ha dichiarato lunedì Josep Borrell, chiedendo ai governi di prendere una "decisione politica" e di aumentare le forniture di munizioni.

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"Non solo dobbiamo sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario, ma per qualsiasi cosa necessaria. Non è solo una questione di tempo: è una questione di quantità e qualità delle nostre forniture", ha detto il capo della politica estera comunitaria durante una visita ufficiale a Varsavia.

"Il modo più rapido, economico ed efficace per aumentare la nostra fornitura all'Ucraina è smettere di esportare verso Paesi terzi"
Josep Borrell
Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri

Più armi, più in fretta

A marzo 2023 l'Unione europea ha approvato un piano da due miliardi di euro per incrementare le forniture di munizioni all'Ucraina, impegnandosi a inviare un milione di proiettili da 155 millimetri entro 12 mesi. Ma alla fine del 2023, ne erano stati forniti solo 330mila ed entro la fine di marzo si arriverà soltanto a 520mila.

La lentezza delle consegne è stata inizialmente imputata a interruzioni della catena di approvvigionamento e scarsi investimenti, conseguenza diretta degli anni di pace di cui l'Europa ha goduto dopo la fine della Guerra Fredda. Tuttavia, secondo Borrell, la capacità industriale non è più un problema: ciò che ostacola le forniture all'Ucraina è il fatto che le aziende europee esportano armi ad altri Paesi.

"Una parte importante della nostra produzione viene esportata in Paesi terzi", ha detto il capo diplomatico, senza nominare le destinazioni. "Il modo più rapido, economico ed efficace per aumentare la nostra fornitura di munizioni all'Ucraina è smettere di esportare verso Paesi terzi. Questo è qualcosa che solo gli Stati membri possono fare, ed è stata la mia richiesta".

Borrell ha osservato che, oltre ai proiettili di artiglieria che dovrebbero essere donati entro marzo, le aziende europee stanno vendendo armi all'Ucraina in gran numero, anche se non ha fornito cifre per motivi di sicurezza. "Non crediate che ci siano solo donazioni. La nostra industria produce per donare e produce per vendere".

"Quindi il modo migliore per vendere di più all'Ucraina, o per donare di più all'Ucraina, è cercare di dire agli altri clienti di aspettare qualche mese, e dirottare questa produzione verso l'Ucraina. Questa è una decisione politica che gli Stati membri devono prendere".

Come funzionano le esportazioni di armi

Il controllo delle esportazioni di armamenti è una questione molto delicata che rimane strettamente di competenza nazionale. Solo in caso di sanzioni, l'Ue può imporre regole uniformi: altrimenti, i Paesi sono liberi di consentire o vietare alle proprie aziende nazionali di esportare prodotti bellici al di fuori dell'Unione.

Secondo una precedente stima della Commissione Europea, 11 Stati membri ospitano fabbriche in grado di produrre proiettili da 155 millimetri: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia.

Non è chiaro quanti di questi risponderanno all'appello di Borrell e limiteranno le esportazioni, visti i copiosi introiti che l'industria della difesa può ottenere sul mercato globale.

"Appoggio completamente" la proposta di Borrell, ha dichiarato Radosław Sikorski, ministro degli Affari esteri polacco, durante l'incontro. "L'Ucraina è ancora in inferiorità numerica rispetto ai russi e dobbiamo contribuire a riequilibrare la situazione".

Aumentare le forniture militari all'Ucraina è diventata una priorità per l'Ue. Lo stesso Borrell ha presentato un ambizioso piano da venti miliardi di euro per fornire all'Ucraina un sostegno militare a lungo termine, ma il progetto è rapidamente sfumato.

Di recente, l'Alto rappresentante ha proposto un'integrazione di cinque miliardiallo European Peace Facility, il fondo utilizzato per finanziare le missioni militari all'estero, a che in questo caso rimborsa gli Stati membri per le armi donate all'Ucraina.

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