Ungheria e Polonia bloccano (di nuovo) un vertice dell'Ue

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è opposto alla sezione della dichiarazione dell'UE incentrata sulla politica migratoria.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è opposto alla sezione della dichiarazione dell'UE incentrata sulla politica migratoria. Diritti d'autore Manu Fernandez/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Jorge LiboreiroVincenzo Genovese
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Nel Consiglio europeo informale di Granada, i leader di Ungheria e Polonia hanno bloccato l'adozione di una dichiarazione congiunta sul tema migratorio

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La dichiarazione finale del vertice, sottoscritta dai 27 capi di Stato e di governo dell'Ue, ha evitato qualsiasi riferimento alla politica migratoria, confinata a una "dichiarazione del presidente" del Consiglio europeo Charles Michel.

Non è la prima volta che Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki fanno ostruzione su una dichiarazione finale: era già avvenuto, per motivi simili, a fine giugno. Come in quel caso,  i governi di Budapest e Varsavia hanno contestato le riforme della politica migratoria comunitaria, il Pact on Migration, su cui gli Stati europei stanno procedendo a maggioranza qualificata (come consentito dalle regole europee), nonostante il dissenso dei due Paesi dell'Est.

La "rivolta" di Ungheria e Polonia

L'ultimo atto di questo processo riguarda il regolamento sulla gestione delle crisi migratorie, su cui gli Stati dell'Ue hanno adottato una posizione comune il 4 ottobre a Bruxelles, mettendo in minoranza Polonia e Ungheria.

"Non abbiamo paura dei diktat (...) di Berlino e Bruxelles", ha dichiarato Morawiecki al suo arrivo, definendo le misure previste dalla riforma  "sanzioni draconiane". Orbán si è spinto perfino oltre, paragonando la decisione presa a maggioranza qualificata a uno "stupro legale".

"Ora non c'è alcuna possibilità di raggiungere un compromesso. Politicamente è impossibile: non oggi,ma in generale", ha detto il primo ministro ungherese ai giornalisti.  "Se sei legalmente violentato, costretto ad accettare qualcosa che non ti piace, come potrebbe esserci un compromesso?".

La posizione dei due governi ha costretto Charles Michel a espungere la parte relativa alla questione migratoria dalla conclusione del summit. "La dichiarazione sulla migrazione è ampiamente sostenuta e contiene il contributo mio e della Commissione europea sulla dimensione esterna della migrazione".

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso ottimismo per il Pact on Migration invecanch'essa intervenuta alla conferenza stampa, è apparsa ottimista sul Pact on Migration che sarebbe "in dirittura d'arrivo" e potrebbe essere adottato prima della fine della legislatura, a giugno 2024.

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