Cinque uomini condannati per lo storico furto a Dresda

Uno dei condannati per il furto a Dresda
Uno dei condannati per il furto a Dresda Diritti d'autore Jens Schlueter/AP
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Di Euronews
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I cinque malviventi trafugarono migliaia di gioielli, il cui valore è stato stimato in 113 milioni di euro

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Cinque uomini sono stati condannati per il furto di gioielli del XVIII secolo avvenuto nella città di Dresda, in Germania, il 25 novembre 2019. Un colpo straordinario, considerando che i preziosi sono stati valutati 113 milioni di euro. La banca di malviventi ha trafugato in particolare ventuno oggetti, contenenti più di 4.300 diamanti, dal museo della Grünes Gewölbe (la Volta verde): i media tedeschi lo hanno definito il più grande furto di opere d'arte della storia moderna. 

JUERGEN KARPINSKI/AFP
Uno dei gioielli trafugati a DresdaJUERGEN KARPINSKI/AFP

Il museo della Volta Verde, uno dei più antichi del mondo, è stato aperto nel 1723 e contiene il tesoro di Augusto il Forte di Sassonia, composto da circa quattromila oggetti in oro, pietre preziose e altri metalli di pregio.

Quattro dei cinque malviventi hanno patteggiato la pena

Gli uomini hanno provocato un incendio poco prima dell'irruzione per interrompere l'alimentazione delle luci stradali all'esterno del museo. Hanno quindi incendiato un'auto in un garage vicino prima di fuggire a Berlino. Furono catturati alcuni mesi dopo durante una retata a Berlino.

I cinque malviventi, di età compresa tra i 24 e i 29 anni, sono stati condannati per incendio doloso aggravato, nonché per lesioni personali, furto con scasso, danni a proprietà private. L'agenzia di stampa tedesca Dpa ha riferito che sono state inflitte loro pene comprese tra i quattro anni e quattro mesi e i sei anni e tre mesi. Un imputato è stato assolto.

A gennaio, dopo la restituzione della maggior parte dei gioielli rubati, c'è stato un patteggiamento tra la difesa, l'accusa e il tribunale. L'accordo era stato concordato da quattro imputati, che hanno poi ammesso il loro coinvolgimento nel crimine attraverso i loro avvocati. Anche il quinto imputato ha confessato, ma solo per aver fornito strumenti utili al furto, come le asce usate per sfondare la vetrina del museo.

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