La Biennale d'arte di Venezia esplora le sfide del nostro tempo

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Di Frédéric Ponsard
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L'attualità al centro della cinquantottesima edizione dell'esposizione

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Venezia è una città d'arte che non si è mai accontentata di cullarsi nella sua storia, ma ha sempre gettato ponti tra passato e futuro, fra tradizione e modernità. Non a caso, la Biennale è sempre stata all'avanguardia nella promozione delle nuove tendenze artistiche. La cinquantottesima edizione ha appena aperto i battenti.

Quest'anno in primo piano è l'attualità e le sfide del nostro tempo. "May You Live in Interesting Times", "Possa tu vivere in un'epoca interessante", è il titolo di questa Biennale di Venezia, che va al di là delle considerazioni semplicemente artistiche per aprirsi su problemi politici attuali, l'arte come rappresentazione e testimone del suo tempo. Abbiamo incontrato Ralph Rugoff, curatore e direttore del settore arti visive della Biennale di Venezia 2019, che ci ha confermato: "Quest'edizione parla molto del presente. Parla dei tempi in cui viviamo, e questi tempi sono nati dalla storia, non sono apparsi dal nulla, e potrebbero dirigersi verso diversi futuri possibili, non possiamo saperlo. Ma questa è davvero un'esposizione su come gli artisti rispondono ai tempi in cui viviamo".

Ed è così che può diventare arte anche un barcone carico di migranti affondato nel 2015 tra le acque del Canale di Sicilia. A portarlo a Venezia, con il titolo "La Barca Nostra", è stato Christoph Büchel. Perché, dice Rugoff, "Non è arte, ma è un artista ad averne voluta la presentazione. Ed è un artista che ha preso qualcosa di reale dal mondo, qualcosa che è legato a morti tragiche, e l'ha inserito in un contesto artistico per sollevare domande".

E di domande ne solleva anche l'artista polacco Roman Stanczak, con "Flight", versione rovesciata di un aereo, che vuole ricordare tra l'altro l'incidente costato la vita al presidente polacco Lech Kaczyński.

"Questa scultura - svela Stanczak - contiene molte metafore, siamo in un contesto polacco, ma anche più universale, è la metafora del mondo intorno a noi, ma è anche la metafora dell'interiorità umana, della ricerca interiore, e tutto questo in pieno sviluppo tecnologico, alla fine torniamo sempre ai nostri istinti primitivi".

I rapporti fra tradizione e modernità sono esplorati da tre artiste coreane. Una di loro, Siren Eun Young Tung, illustra il senso della loro opera: "La contemporaneità non è solo contemporaneità, ci ispiriamo anche alla tradizione, e al tempo stesso reinterpretiamo la tradizione nella contemporaneità. Qui a Venezia ci sono molti elementi tradizionali e molti elementi contemporanei che si intrecciano, quindi il luogo è perfetto per noi".

La Biennale ospita anche diversi eventi collaterali, fra cui il prestigioso Future Generation Art Prize, promosso dal Pinchuk Art Centre di Kiev. Il futuro dell'arte si svela in un edificio del tardo Cinquecento, Palazzo Ca' Tron.

La vincitrice del premio di quest'anno è la lituana Emilija Skarnulyte, con un'installazione video che include immagini di una centrale atomica del suo paese, con richiami impliciti a disastri come quello di Chernobyl. Perché dice, "Sono interessata all'archeologia del futuro, a osservare queste cicatrici lasciate dagli esseri umani, i segni lasciati sulla terra sia attraverso il progresso scientifico sia con i miti della guerra fredda".

La Biennale d'Arte di Venezia è aperta fino al 24 novembre..

Journalist • Selene Verri

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