I nuovi dati di Eurostat evidenziano un rallentamento significativo dell'inflazione. Lievissima diminuzione in Italia, dal 5,4% di agosto al 5,3% di settembre
Il tasso di inflazione annuale dell'Eurozona euro è sceso al 4,3% su base annua a settembre, dopo il 5,2% di agosto, raggiungendo il livello più basso in due anni.
Lo ha annunciato venerdì Eurostat.
Il dato è migliore di quanto previsto dagli analisti di Factset, che mediamente si aspettavano un rallentamento al 4,5%.
L’inflazione nei 20 Paesi che condividono la moneta unica rimane, tuttavia, ancora ben al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale europea (BCE).
Ma gli economisti ritengono che se il trend verrà mantenuto, la BCE non avrà piu bisogno di alzare ulteriormente i tassi d'interesse.
L’aumento dei prezzi al consumo è più che dimezzato rispetto al record del 10,6% raggiunto nell’ottobre 2022, quando si fecero sentire pienamente gli effetti della guerra in Ucraina sui prezzi del gas e del petrolio.
Ora è al livello più basso da ottobre 2021, quando raggiunse il 4,1%.
Il netto miglioramento di settembre riguarda tutte le componenti dell'indicatore.
L'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari (compresi alcol e tabacco) è scesa all'8,8% su base annua, dopo il 9,7% di agosto.
Stesso andamento per i prezzi dei servizi, in crescita del 4,7% dopo il 5,5% di agosto, e per i beni industriali (4,2% contro 4,7%).
Evidente anche il calo dei prezzi dell'energia (-4,7% contro -3,3%).
Paesi Bassi al top, diminuzione notevole in Germania
All'interno dell'Eurozona, le migliori performance sono state registrate nei Paesi Bassi, dove i prezzi sono scesi dello 0,3% su base annua a settembre, così come in Belgio (+0,7%).
Nella media si trova la Germania, la più grande economia d'Europa, con un tasso di inflazione del 4,3%, in calo di 2,1 punti rispetto al mese precedente (era a +6,4%), secondo i dati pubblicati da Eurostat.
D'altro canto, la Francia, che finora se la passava meglio dei suoi vicini, presenta ora uno dei tassi più alti d'inflazione, al 5,6% su base annua, in calo solo di 0,1 punti rispetto ad agosto.
Hanno fatto peggio Austria (5,8%), Slovenia (7,1%) e Slovacchia (8,9%).
In Italia: lievissima diminuzione
L'inflazione cala anche in Italia, attestandosi al 5,3%, rispetto al 5,4% di agosto.
La lievissima decelerazione del tasso di inflazione a settembre, indica l**'**Istat, si deve prevalentemente al rallentamento su base annua dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli Alimentari lavorati (da +10,0% a +9,1%), dei Beni durevoli (da +4,6% a +4,0%) e, in misura minore, dei Beni non durevoli (da +5,2% a +4,8%), dei Beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei Servizi relativi all'abitazione (da +3,9% a +3,7%).
Tali effetti sono stati solo in parte compensati da un'accelerazione, al contrario, dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla minore flessione di quelli degli Energetici regolamentati (da -29,6% a -27,8%) e dall'aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%).
Anche l'inflazione di fondo, al netto degli Energetici e degli Alimentari freschi, rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli Beni energetici (da +5,0%, registrato ad agosto, a +4,8%).
Si affievolisce, prosegue l'Istat, la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6,0%), mentre si accentua quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto.
Su base mensile, la crescita dell'indice generale si deve principalmente all'aumento dei prezzi degli Energetici sia regolamentati (+2,5%) sia non regolamentati (+1,6%), degli Alimentari non lavorati (+0,6%), dei Beni semidurevoli e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi) e dei Servizi vari (+0,3%).
Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'attenuazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%).
Inoltre, in base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell'1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC (Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) non tiene conto, e del 5,7% su base annua (in accelerazione da +5,5% di agosto).
La prima risposta dei mercati
Dopo i dati dell'inflazione dell'area euro di settembre e l'intervento della presidente della BCE Christine Lagarde allaconferenza di Parigi, le borse del Vecchio Continente si mantengono in territorio ampiamente positivo: la migliore resta Amsterdam che sale dell'1,2%, seguita da Milano in rialzo dell'1,1%.
Bene anche Parigi e Francoforte, che salgono di un punto percentuale, con Londra in crescita dello 0,8%.
L'euro ondeggia attorno alla quota di 1,06 contro il dollaro, con escursioni anche al di sotto di questa soglia.