L’Europa e il Papa: ecco il libro di Francesco “LIFE. La mia storia nella Storia”

Papa Francesco con Fabio Marchese Ragona, il giornalista vaticanista di Mediaset con cui ha scritto il libro "LIFE. La mia storia nella Storia", in uscita per HarperCollins
Papa Francesco con Fabio Marchese Ragona, il giornalista vaticanista di Mediaset con cui ha scritto il libro "LIFE. La mia storia nella Storia", in uscita per HarperCollins Diritti d'autore Provided by HarperCollins press office
Diritti d'autore Provided by HarperCollins press office
Di Gabriele Barbati
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Arrivato nelle librerie di 21 Paesi, inclusa l'Italia, “LIFE. La mia storia nella Storia”. Nel libro il Papa ripercorre le tappe della sua vita e della Storia. Tra queste, Francesco ricorda i momenti salienti dell'integrazione europea e guarda al futuro dell'Unione

PUBBLICITÀ

Papa Francesco racconta per la prima volta in un libro la storia della sua vita attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità.

I ricordi partono dalla Seconda guerra mondiale, quando era un bambino di tre anni in Argentina, passano accanto allo sbarco sulla Luna (1969), alla caduta del Muro di Berlino (1989) e al crollo delle Torri Gemelle (2001).

Nel 2013 è stato lo stesso José Maria Bergoglio a fare la Storia succedendo a Benedetto XVI. Da allora il Pontefice, che ha compiuto 87 anni a dicembre, ha condotto la Chiesa cattolica attraverso crisi economiche globali, la pandemia, nuove guerre e un mondo quanto mai in subbuglio che nel 2024 va alle urne in oltre 70 Paesi, incluso per le elezioni europee di giugno.

LIFE. La mia storia nella Storia, scritto insieme con il vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona e arrivato martedì nelle librerie di 21 Paesi per HarperCollins, include lo sguardo del Papa sui momenti salienti del progetto di integrazione dell’Europa.

Questi passaggi sono tratti dalle pagine 193-195 del capitolo “La nascita dell’Unione Europea”.

“La Regina aveva ragione” sulle diversità dell’Europa, scrive il Papa

Nel maggio del 1992 Elisabetta II, di fede anglicana, tenne un discorso al Parlamento Europeo in cui disse che l’Ue si sarebbe indebolita se avesse soppresso la ricchezza insita nelle differenze tra i vari Paesi.

“La regina Elisabetta in quel discorso aveva ragione: uno dei compiti dell’Europa che si stava delineando in quegli anni era proprio quello di preservare e coltivare la diversità dei vari Paesi. Il progetto era ambizioso e si stava camminando sulla scia indicata dai padri fondatori dell’Unione europea, con il loro sogno di armonizzare le differenze.”

Da Strasburgo a Budapest, le tappe europee di Francesco in LIFE

“Durante il mio viaggio a Budapest nell’aprile del 2023 ho incontrato le autorità, esponenti della società civile e del corpo diplomatico: in quell’occasione, richiamando il discorso che ho tenuto al Parlamento europeo di Strasburgo nel 2014, ho parlato proprio della necessità che l’Europa non sia ostaggio delle parti, vittima di populismi autoreferenziali, e che non si trasformi nemmeno in una realtà fluida che dimentica la vita dei popoli.

Ho parlato del bisogno di armonia, in cui ciascuna parte si senta integrata nell’insieme e conservi, allo stesso tempo, la propria identità; ogni popolo porta le sue ricchezze, la sua cultura, la sua filosofia e deve poter mantenere questa ricchezza, questa cultura e questa filosofia, armonizzandosi nelle differenze. Il problema è che oggi questo non avviene più, il sogno dei fondatori sembra essere ormai lontano.”

La copertina del libro di Papa Francesco "LIFE. La mia storia nella Storia" in uscita il 19 marzo
La copertina del libro di Papa Francesco "LIFE. La mia storia nella Storia" in uscita il 19 marzoHarperCollins

L’autobiografia del Pontefice: l’Europa non perda Dio e la sua anima, esorta Francesco

"Di questa necessità parlò sempre a Strasburgo – nel 1988 e quindi ancor prima della caduta del Muro di Berlino – anche Giovanni Paolo II, che tenne un memorabile discorso al Parlamento europeo: chiarì molto bene il concetto, aggiungendo che gli europei avrebbero dovuto accettarsi gli uni gli altri pur appartenendo a diverse tradizioni culturali o correnti di pensiero, e accogliere anche le persone straniere e rifugiate, aprendosi dunque alle ricchezze spirituali dei popoli degli altri continenti.

Una visione cristiana, questa, che ci permette di trovare nella storia dell’Europa un incontro continuo tra cielo e terra, dove il cielo indica l’apertura al trascendente, a Dio, che ha sempre contraddistinto il popolo europeo. La terra rappresenta invece la sua capacità pratica e concreta di affrontare le situazioni e i problemi.

Il futuro dell’Europa – la vecchia Europa, stanca e sterile – dipende dalla scoperta del nesso vitale tra questi due elementi. Un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello spirito umanistico che ama e difende."

Serve un nuovo “umanesimo” perché il progetto non finisca, Il futuro dell’Ue per Bergoglio

“È necessario che l’Unione oggi si svegli dal torpore, che torni a dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: integrare, dialogare e generare. Dopotutto il Vecchio Continente, se necessario, è in grado di ricominciare da capo: lo ha dimostrato dopo la Seconda guerra mondiale quando tutto era da ricostruire. E ci riuscì perché la speranza non venne mai meno nei cuori di chi stava fondando questo nuovo soggetto politico, mettendo al centro di tutto gli esseri umani.

È fondamentale, a tal proposito, che si pensi alla formazione di persone che leggano i segni dei tempi e sappiano interpretare il progetto europeo nella storia di oggi. Altrimenti prevarrà soltanto il paradigma tecnocratico che non attira le nuove generazioni e sancirà la fine di questo progetto.”

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Dignitas Infinita: il Vaticano condanna maternità surrogata e cambi di sesso

Guerra in Ucraina: scoppia il caso per le parole del Papa

Elezioni europee 2024, quando e come si vota, partiti, candidati, sondaggi: quello che c'è da sapere