Gaza: morti e feriti durante la conseglia degli aiuti, Roma nega l'estradizione di un palestinese

Distruzione dopo i bombardamenti nella Striscia di Gaza
Distruzione dopo i bombardamenti nella Striscia di Gaza Diritti d'autore Captura de vídeo de AP
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Di Ilaria Cicinelli
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Sei persone morte e altre 83 ferite a Gaza mentre erano in attesa di ricevere gli aiuti umanitari, dopo che Israele ha aperto il fuoco. Il capo dell'Unrwa afferma che l'Idf conosceva le coordinate del deposito colpito. L'Italia nega l'estradizione di un palestinese "rischio di trattamenti crudeli"

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Sei morti e 83 feriti dopo che Israele avrebbe nuovamente aperto il fuoco sui palestinesi, assembrati in attesa degli aiuti alimentari a Gaza City. 

Non sarebbe la prima volta che le forze di difesa israeliane (Idf) aprono il fuoco sui civili. Lunedì notte, l'esercito ha causato la morte di undici persone in attesa di aiuti alimentari alla rotonda del Kuwait, un’area dove le persone si riuniscono in grandi gruppi in attesa dei camion degli aiuti e dove Israele ha di recente intensificato gli attacchi. 
Il 29 febbraio scorso Tel Aviv ha aperto il fuoco sulla folla in fila per ricevere gli aiuti umanitari, provocando oltre cento morti e circa 700 feriti.

Attacchi contro i campi profughi di Jabalia e Rafah

Secondo l'agenzia di stampa Wafa, almeno tre palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani al campo profughi di Jabalia e nella città di Rafah, al confine con l'Egitto, dove sono stati presi di mira rispettivamente una casa e un veicolo civile.

Cresce intanto la paura tra le persone a Rafah dopo che Israele ha dichiarato di voler trasferire circa 1,4 milioni di civili palestinesi intrappolati nel sud in "isole umanitarie" nel mezzo di Gaza, prima di lanciare l'invasione di terra. Circa l'80 per cento della popolazione della Striscia, su un totale di 2,3 milioni di persone, è sfollata e la metà di loro sono a Rafah. Il numero di vittime provocate da Israele dal 7 ottobre scorso ha superato quota 31mila persone, con più di 73mila feriti.

Il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari ha detto che queste isole saranno create in collaborazione con la comunità internazionale e che forniranno alloggi temporanei, cibo, acqua e altre necessità ai palestinesi evacuati. Non ha detto quando avverrà l'evacuazione di Rafah, né quando inizierà l'offensiva di Rafah, affermando che Israele vuole che i tempi siano giusti dal punto di vista operativo e che siano coordinati con il vicino Egitto, che ha detto di non volere un afflusso di sfollati palestinesi che attraversano il suo confine.

Israele aveva le coordinate del deposito Unrwa: condanne internazionali

Poche ore prima che Israele aprisse il fuoco durante la distribuzione del cibo a Gaza City, l'Idf ha bombardato un deposito di generi alimentari e aiuti umanitari dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Rafah, nel sud della Striscia, uccidendo cinque persone tra cui un membro dello staff Onu. Si trattava di uno degli ultimi centri di distribuzione alimentare operativi nell’enclave palestinese, sempre più afflitta dalla fame, dai bombardamenti e dalle condizioni di vita intollerabili. 

Il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini ha sottolineato come "ogni giorno condividiamo le coordinate di tutte le nostre strutture nella Striscia di Gaza con le parti in conflitto. L'esercito israeliano ha ricevuto ieri le coordinate di questa struttura. L'Onu, il suo personale, i locali e i beni devono essere protetti in ogni momento. Dall'inizio di questa guerra, gli attacchi contro le strutture, i convogli e il personale delle Nazioni Unite sono diventati un luogo comune in palese violazione del diritto umanitario internazionale". Lazzarini ha chiesto ancora una volta un'indagine indipendente su queste violazioni e sulla necessità di trovare le responsabilità

Un portavoce del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato l'attacco al deposito. Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha dichiarato che è responsabilità di Israele garantire la protezione degli operatori umanitari. 

L'Italia non estraderà il palestinese arrestato

In Italia, la Corte d'Appello de L'Aquila ha deciso di non acconsentire all'estradizione di Anan Kamal Afif Yaeesh, palestinese di 37 anni. Se estradato in Israele Yaeesh potrebbe essere "sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o comunque ad atti che configurano la violazione dei diritti umani".

Per i giudici non si configurano le condizioni per l'estradizione perché l'uomo è sottoposto a procedimento penale dalla Procura de L'Aquila per gli stessi fatti su cui si basa la richiesta di estradizione. 

In molti hanno visto la decisione di mettere l'uomo sotto inchiesta in Italia come un modo per evitarne il trasferimento in un carcere israeliano. La difesa dell'uomo si è basata su relazioni di organizzazioni non governative ritenute affidabili dalla comunità internazionale, come quelle di Amnesty International o Human Rights Watch, in cui vengono descritte le condizioni di detenzione "penose" dei palestinesi in Israele, violenze fisiche, scarsa igiene e mancata assistenza sanitaria, condizioni peggiorate dall'inizio del conflitto con Hamas. 

Yaeesh è stato segnalato da Israele alle autorità italiane e arrestato il 27 gennaio scorso, l'11 marzo il giudice per le indagini preliminari ha convalidato la custodia cautelare, arrestando altre due persone, con l'accusa di collaborazione con le Brigate Tulkarem per l'organizzazione di attentati agli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania. 

Leader di Hamas ucciso in Libano

Israele ha pubblicato un video mercoledì che mostra l'attacco di un drone contro un veicolo che trasportava un funzionario di Hamas in Libano. Secondo l'Idf, il funzionario di Hamas Hadi Mustafa è stato ucciso nell'attacco vicino alla città meridionale libanese di Tiro.Un'altra persona sarebbe rimasta uccisa nell'attacco, un cittadino siriano che si trovava su una moto vicino al veicolo colpito.

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