Il tema preoccupa soprattutto i piccoli Stati insulari che vivono grazie all'oceano. Entro la fine del 2024 sarà redatto un trattato vincolante dell'Onu per ridurre drasticamente la produzione di plastica
L'inquinamento da plastica degli oceani e le sue conseguenze sono stati sotto i riflettori della 13esima Conferenza dei ministri dei Paesi membri dell'Organizzazione mondiale del commercio, in corso ad Abu Dhabi fino al 29 febbraio.
Il tema è di vitale importanza per i piccoli Stati insulari come le Barbados, economie in via di sviluppo che vivono grazie all'oceano, ma la contaminazione delle acque a causa della plastica è un problema globale. Le Nazioni Unite stimano che entro il 2040 il 19 per cento delle emissioni di gas serra proverrà dalla plastica.
Le parole del ministro delle Barbados
"L'inquinamento degli oceani causato dalla plastica porta spesso alla contaminazione e al soffocamento del delicatissimo ecosistema della barriera corallina", dice intervenendo al vertice il ministro degli Affari e del Commercio estero delle Barbados Kerrie Symmonds.
Le prime contaminazioni, spiega Symmonds, innescano una serie di effetti a catena: "La morte o la distruzione delle barriere coralline e di quell'ecosistema", che a sua volta porta alla "distruzione delle comunità delle costiere basse e la riduzione della capacità delle persone che vivono in quelle aree di avere un sostentamento sostenibile".
La risoluzione storica delle Nazioni Unite
Nel marzo del 2022, in occasione della quinta sessione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente, è stata adottata una risoluzione storica per porre fine all'inquinamento da plastica, che è uno dei materiali più inquinanti al mondo.
È stato istituito un comitato intergovernativo di negoziazione per stilare un trattato giuridicamente vincolante che i Paesi Onu dovranno firmare entro il 2024.Il testo affronterà l'intero ciclo della plastica con l'ambizione di ridurne drasticamente la produzione.