Nuove sanzioni a Mosca dopo la morte di Navalny: colpite aziende cinesi, indiane e turche

il presidente Usa Joe Biden
il presidente Usa Joe Biden Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Euronews
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Stati Uniti, Unione europea e Canada hanno inflitto un nuovo duro colpo all'economia russa approvando un pacchetto di sanzioni. Colpiti anche i funzionari del carcere dove era detenuto Navalny. Coinvolte aziende di Cina, India e Turchia

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L'Unione europea, gli Stati Uniti e il Canada hanno annunciato massicci pacchetti di sanzioni contro la Russia, probabilmente il più grande sforzo congiunto da quando il Cremlino ha invaso l'Ucraina due anni fa: circa seicento voci nella lista statunitense, quasi duecento in quella europea, 163 in quella canadese. Questa volta, però, una delle ragioni è stata la morte di Alexei Navalny. Fuori dalla Russia, politici e personaggi pubblici accusano Putin di essere personalmente responsabile della morte del suo oppositore.

Sanzioni contro Putin e il vicedirettore del carcere dove era detenuto Navalny

Joe Biden aveva anche annunciato sanzioni "personali" contro Vladimir Putin. Tuttavia, queste non sono state annunciate nel pacchetto, anche se il consigliere del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby ha detto che "questo è solo l'inizio".

Diverse sanzioni personali sono state imposte contro il personale del servizio penitenziario federale russo, tra cui il suo vice direttore, che avrebbe ordinato il trattamento più duro di Navalny e che è stato promosso al grado successivo da Putin solo tre giorni dopo la morte dell'oppositore.

A cosa servono le sanzioni contro Mosca

La maggior parte delle sanzioni, come in precedenza, è volta a minare l'economia e la macchina da guerra russa e la capacità del Cremlino di eludere le sanzioni precedentemente imposte. Il sistema statale "Mir", l'analogo russo di sistemi come Visa e MasterCard, è uno dei bersagli, perché Mosca lo usa sempre più spesso per commerciare all'estero. Un altro obiettivo è la "Sovcomflot", che si dice sia la più grande compagnia di navigazione russa, focalizzata sul trasporto di petrolio e gas.

Un centinaio di aziende sono state colpite dalle sanzioni per aver aiutato il Cremlino a evitare le precedenti sanzioni. La maggior parte di esse proviene dalla Russia, ma ci sono anche aziende di Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, India e Serbia.

Le reazioni di Mosca alle sanzioni

Il Ministero degli Esteri russo definisce le sanzioni "illegali" e ha promesso "una risposta tempestiva e adeguata". I fornitori di "Mir" hanno risposto che le sanzioni non avranno alcun effetto e non influiranno sull'adempimento degli obblighi dei clienti.

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