Russia, la prima ministra dell'Estonia Kallas tra i ricercati per i monumenti sovietici rimossi

Il primo ministro dell'Estonia Kaja Kallas
Il primo ministro dell'Estonia Kaja Kallas Diritti d'autore Christophe Ena/AP
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Di Ilaria Cicinelli
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La Russia ha inserito nel registro dei ricercati la prima ministra dell'Estonia Kaja Kallas. Mosca la accusa di aver rimosso i monumenti che celebravano i soldati sovietici della Seconda guerra mondiale. La profanazione dei monumenti di guerra è un reato penale nella Federazione russa

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La Russia ha inserito la prima ministra estone Kaja Kallas nella lista dei ricercati, secondo quanto risulta da un registro ufficiale, mentre le tensioni tra Mosca e gli alleati di Kiev aumentano.

Accuse penali per Kallas

Il nome di Kallas è apparso nel registro delle persone ricercate del ministero degli Affari Interni in relazione ad accuse penali. Il registro non specificava né la data in cui Kallas è stata aggiunta né di quali accuse sia imputata. È la prima volta che il ministero inserisce un leader straniero nella lista dei ricercati.

Kallas è una forte sostenitrice dell'Ucraina. Ha guidato gli sforzi per aumentare l'assistenza militare a Kiev e inasprire le sanzioni contro la Russia. Ha anche irritato Mosca spingendo per la rimozione dei monumenti ai soldati sovietici della Seconda Guerra Mondiale.

Interrogato sulla decisione, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato ai giornalisti che si tratta di una risposta alle azioni di Kallas e di altri che "hanno intrapreso azioni ostili nei confronti della memoria storica e del nostro Paese".

La "profanazione" dei monumenti di guerra dietro alla decisione di Mosca

La motivazione dietro le accuse è data dal fatto che le leggi russe criminalizzano la "riabilitazione dei nazisti" e includono clausole che puniscono la profanazione dei monumenti di guerra.

Secondo il registro, anche il Segretario di Stato estone Taimar Peterkop, il ministro della Cultura lituano Simonas Kairys  sono stati inseriti nella lista dei ricercati insieme a decine di funzionari di Lettonia, Lituania e Polonia.

Le mosse sembrano riflettere un tentativo da parte di Mosca di far fronte alle pressioni degli alleati della Nato mentre si avvicina il secondo anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina. In termini pratici il gesto ha poco significato visto che i contatti tra la Russia e gli alleati dell'Ucraina nell'Unione europea sono stati congelati durante il conflitto.

Le autorità estoni non hanno risposto immediatamente alla mossa.

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